Il Cardinale Parolin ha reso noto che Papa Francesco ha deciso di abolire il segreto pontificio sui casi di abuso sessuale da parte dei chierici.
Il Pontefice ha anche deciso di fare diventare reato grave il possesso, la trasmissione e l’acquisto di materiale pedopornografico di minori sopra i 14 anni.
Lo scorso anno, in seguito all’ennesimo scandalo riguardante abusi sessuali all’interno della Chiesa, Papa Francesco ha promesso ai fedeli che avrebbe messo tutto sé stesso per ripulire dalle ingiustizie e dai peccati il clero. Ad inizio anno si è tenuto un summit con le conferenze episcopali di tutto il mondo. Il Pontefice ha ascoltato i rapporti sulle violenze ai danni di minori, sulle molestie e sulle coperture dei superiori. Un ascolto duro che lo ha messo a dura prova e gli ha dato tanto su cui riflettere. Frutto di quella riflessione è stato il ‘Vox Estis Lux Mundi‘. Nel documento c’erano le prime linee guida su come contrastare il fenomeno della pedofilia e degli abusi all’interno della Chiesa.
Papa Francesco richiedeva l’immediata segnalazione delle denunce e l’aiuto delle autorità civili nelle investigazioni e nella gestione dei casi. L’accusato rimaneva innocente fino a prova contraria, ma l’accusatore veniva invogliato a presentare la denuncia e le indagini dovevano essere compiute alla luce del sole ed in maniera integerrima. Oggi, in concomitanza con l’83esimo compleanno di Bergoglio, è giunto il primo frutto legale del documento pontificio, con il quale si abolisce il segreto pontificio sui casi di abuso sessuale da parte dei chierici.
Il primo documento, a firma del Segretario di Stato Monsignor Parolin, è un rescritto con il quale il papa abolisce il segreto pontificio per tutti quei reati di cui si parla nel ‘Vox Estis Lux Mundi’. Ovvero per gli abusi sessuali su minori, stupro, minacce, abuso di potere, molestie, pedopornografia e copertura dei reati. D’ora in poi il nome degli accusati, il contenuto delle segnalazioni, le prove e le testimonianze saranno a disposizione delle autorità civili. Non potrà più essere possibile negare l’attuazione di misure cautelari civili e non potrà più essere imposto l’obbligo di silenzio alle vittime.
Se questa è la novità più attesa, poiché permette l’assoluta trasparenza nelle indagini e la collaborazione con le autorità civili, c’è anche un secondo rescritto. Questo riguarda il reato di pedopornografia. Fino ad oggi, infatti, era considerato reato grave solo il possesso, la diffusione e l’acquisto di immagini pornografiche di minori di 14 anni, adesso anche quello dei minori sino ai 18 anni.
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Luca Scapatello
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