Durante la Settimana per l’Unità dei Cristiani, Papa Francesco ci invita di nuovo ad essere accoglienti con i migranti.
“L’accoglienza è un’importante virtù ecumenica” ha detto Papa Francesco durante la sua settimanale udienza in Aula Paolo VI.
Accogliere i migranti che fuggono dalle loro martoriate terre non è solo segno di cristianità, ma è soprattutto una virtù. Lo ha detto Papa Francesco: “L’accoglienza è un’importante virtù ecumenica. In tutto il mondo uomini e donne migranti affrontano viaggi rischiosi per sfuggire alla violenza, per sfuggire alla guerra, per sfuggire alla povertà”.
Analizzando, nella sua catechesi, il viaggio di San Paolo verso Malta, durante il quale l’Apostolo, nonostante il mare in tempesta, si affida completamente a Cristo, il Santo Padre ha continuato: “Come Paolo e i suoi compagni sperimentano l’indifferenza, l’ostilità del deserto, dei fiumi, dei mari… Tante volte non li lasciano sbarcare nei porti. Ma, purtroppo, a volte incontrano anche l’ostilità ben peggiore degli uomini.
Sono sfruttati da trafficanti criminali. Oggi! Sono trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti. Oggi! A volte l’inospitalità li rigetta come un’onda verso la povertà o i pericoli da cui sono fuggiti”.
Accoglienza, ospitalità, conforto, aiuto: questo è ciò di cui hanno bisogno chi fugge oggi dalle guerre e dalla fame. Le stesse cose di cui Paolo e gli altri Apostoli avevano bisogno secoli e secoli fa, nei loro viaggi per il mondo per annunciare la Parola di Dio: “Un atto di generosità a senso unico, perché quando ospitiamo altri cristiani li accogliamo come un dono che ci viene fatto. E’ questa la grazia dello Spirito Santo, è abbracciare ciò che il Signore compie nelle vite degli altri.
Accogliere cristiani di un’altra tradizione significa in primo luogo mostrare l’amore di Dio nei loro confronti, perché sono figli di Dio – fratelli nostri -, e inoltre significa accogliere ciò che Dio ha compiuto nella loro vita. L’ospitalità ecumenica richiede la disponibilità ad ascoltare gli altri cristiani, prestando attenzione alle loro storie personali di fede e alla storia della loro comunità, comunità di fede con un’altra tradizione diversa dalla nostra”.
“Noi, come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l’amore di Dio rivelato da Gesù Cristo. Possiamo e dobbiamo testimoniare che non ci sono soltanto l’ostilità e l’indifferenza, ma che ogni persona è preziosa per Dio e amata da Lui. Le divisioni che ancora esistono tra di noi ci impediscono di essere pienamente il segno dell’amore di Dio” – ha concluso il Pontefice.
Un messaggio, quello di Francesco, diretto a tutti in modo indifferente, non solo ai piccoli della Terra, ma soprattutto ai grandi.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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