I poveri ci permettono di incontrare Gesù, che come loro è stato rifiutato. Così, in sintesi, il Papa che ha ricevuto nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, circa 200 persone, fra poveri e volontari di diverse associazioni, provenienti dalla diocesi di Lione, in Francia. Il pellegrinaggio è stato organizzato dall’organizzazione Amici di Padre Jospeh Wresinski, in occasione del centenario della nascita del sacerdote che ha dedicato la sua vita ai poveri. Ad accompagnarli il cardinale arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin. Centrale nel discorso del Papa l’invito rivolto ai poveri a pregare per i colpevoli della loro povertà. Il servizio di Debora Donnini:
Maria, Giuseppe e Gesù fuggivano in Egitto, poveri, tribolati, “ma lì c’era Dio”. Papa Francesco riprende questa parte della vita di Cristo per spiegare come Gesù stesso abbia sperimentato il disprezzo degli uomini. “Quando vi capita di provare tutto questo – dice ai poveri – non dimenticate che anche Gesù l’ha provato come voi”. Gesù ha dato la priorità ai poveri e la Chiesa, che ama quello che Gesù ha amato, “non può stare tranquilla finché non ha raggiunto tutti coloro che sperimentano il rifiuto”:
“Nel cuore della Chiesa, voi ci permettete di incontrare Gesù, perché ci parlate di Lui non tanto con le parole, ma con tutta la vostra vita”.
I poveri infatti testimoniano anche con “i piccoli gesti”. Il Papa ricorda, poi, padre Joseph Wresinski, fondatore di ATD Quarto Mondo, per sottolineare che si deve partire dalla vita condivisa e non da teorie astratte:
“Le teorie astratte ci portano alle ideologie e le ideologie ci portano a negare che Dio si è fatto carne, uno di noi! Perché è la vita condivisa con i poveri che ci trasforma e ci converte”.
Francesco si sofferma sul lavoro dei volontari della comunità di Sappel, dell’associazione Bonne Nouvelle-Quart Monde, del gruppo Bartimée e della fraternità di Pierre d’Angle, e sottolinea che i volontari suscitano intorno ai poveri una comunità e in questo modo restituiscono loro un’identità. E l’Anno della Misericordia è l’occasione proprio per vivere questa dimensione di solidarietà. Il discorso del Papa è tutto imperniato sull’amore di Dio verso i poveri: Dio “ripara tutte le ingiustizie”, “consola tutte le pene”. I poveri sono testimoni di Cristo. “I tesori della Chiesa sono i poveri”, diceva il diacono San Lorenzo. E il Papa ricorda quando Gesù dice “beati” ai poveri e “guai” ai ricchi, agli ipocriti. Quindi, affida ai poveri una missione:
“Vi do la missione di pregare per loro, perché il Signore cambi il loro cuore. Vi chiedo anche di pregare per i colpevoli della vostra povertà, perché si convertano!”.
Il Papa invita a pregare per i ricchi che non si accorgono che alla loro porta “ci sono tanti Lazzari”. E per i sacerdoti, per i leviti che “vedendo quell’uomo percosso e mezzo morto, passano oltre”, perché non hanno compassione. Infine ai poveri chiede di sorridere dal cuore a tutte queste persone. “Se fate questo – dice – ci sarà grande gioia nella Chiesa, nel vostro cuore e anche nell’amata Francia”.
E questa predilezione di Francesco per i poveri si traduce dalle parole in gesti quando il Papa saluta praticamente uno ad uno i presenti, si ferma a parlare con loro, li abbraccia e soprattutto li ascolta.
fonte: radiovaticana