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Papa Francesco: la croce di Cristo vince ogni odio

Costruire il mondo con la compassione, non con la guerra: è il messaggio di Papa Francesco per quest’ultima domenica dell’Anno Liturgico.

photo Getty Images

“Le ferite del passato, l’indifferenza: questo non può farci abbassare la voce. Dobbiamo alzarla per difendere chi soffre” – ha detto Papa Francesco.

Papa Francesco: “Il dolore non ci faccia mai abbassare la voce”

L’esperienza del dolore, le ferite del passato, l’indifferenza: sono queste le cose che ci fanno abbassare la voce e non ci fanno più sperare. Ma Papa Francesco ha detto no e, durante la Santa Messa a Nagasaki ha levato il suo invito: “Alziamo la voce in difesa di tutti i sofferenti, delle vittime innocenti delle guerre di ieri e di oggi”.

Il Santo Padre, durante il suo viaggio Apostolico in Oriente, commenta il Vangelo del giorno: “Sul Calvario, davanti a Gesù che moriva in Croce, molte voci tacevano, altre lo deridevano. Solo la voce del ladrone buono seppe alzarsi e difendere l’innocente sofferente in una coraggiosa professione di fede. E’così che il Calvario si è trasformato da luogo del dolore a luogo di compassione e speranza”.

Difendiamo il mondo con la compassione

La compassione è l’unico modo per difendere chi sta veramente soffrendo e Papa Bergoglio ha pronunciato queste parole proprio a Nagasaki, città giapponese ferita nel profondo dalla devastazione nucleare: “Questa città è come un moderno Calvario e voi tutti qui riuniti per partecipare alla Santa Messa dovete alzare la voce, in una preghiera comune, per tutti gli innocenti che patiscono sulla loro carne le sofferenze delle guerre di ieri e di oggi, affinché crescano, nel mondo, profeti di verità, giustizia e pace”.

Papa Francesco: “Il Calvario luogo di speranza”

Papa Francesco concentra la sua attenzione sulla professione di fede del buon ladrone: “Quel “Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno”, è la sua professione di fede a voce alta, il suo modo di accompagnare da vicino il supplizio del Signore dando una svolta, un significato nuovo al suo tortuoso passato.

Il Calvario, luogo di smarrimento e di ingiustizia, dove l’impotenza e l’incomprensione sono accompagnate dalla mormorazione sussurrata e indifferente dei beffardi di turno davanti alla morte dell’innocente, si trasforma, grazie all’atteggiamento del buon ladrone, in una parola di speranza per tutta l’umanità. Le burle e le grida di “salva te stesso” di fronte all’innocente sofferente non saranno l’ultima parola; anzi, susciteranno la voce di quelli che si lasciano toccare il cuore e scelgono la compassione come vero modo per costruire la storia”.

L’invito del Pontefice a tutti coloro che aspettano ancora la speranza: “Mettiamoci sulle orme dei tanti martiri giapponesi che hanno testimoniato la salvezza offerta da Gesù e la certezza che l’amore dato da Cristo in croce vince ogni tipo di odio. Perché lo Spirito Santo continui a soffiare speranza tra i popoli”.

Il Pontefice: “Mai più la guerra né l’uso di armi atomiche”

Papa Francesco, durante la giornata di ieri, ha anche reso omaggio alle migliaia di vittime del bombardamento nucleare di Nagasaki: “Qui, di tanti uomini e donne, dei loro sogni e speranze, in mezzo a un bagliore di folgore e fuoco, non è rimasto altro che ombra e silenzio. Appena un istante, tutto venne divorato da un buco nero di distruzione e morte” – queste le toccanti parole di Francesco.

Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche, come ho già detto due anni fa. Saremo giudicati per questo”.

photo Getty Images

L’augurio di Papa Francesco è un augurio di pace e riconciliazione: “Apriamoci alla speranza, diventando strumenti di riconciliazione e di pace. Questo sarà sempre possibile se saremo capaci di proteggerci e riconoscerci come fratelli in un destino comune.

Mai più la guerra, ma più il boato delle armi, mai più tanta sofferenza! Venga la pace nei nostri giorni, in questo nostro mondo. O Dio, tu ce l’hai promesso: “Amore e verità s’incontreranno. Giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo”.

ROSALIA GIGLIANO

Fonte: vaticannews.va

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Rosalia Gigliano

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