Papa Francesco sarà in Sicilia il prossimo 15 settembre per celebrare l’anniversario della scomparsa di don Giuseppe Puglisi, sacerdote vittima della mafia nel 1993. La decisione del pontefice di fare visita alle chiese di Palermo e Piazza Armerina è stata condivisa dalla Prefettura della Casa Pontificia lo scorso 26 maggio ed oggi sarà la diocesi di Palermo a condividere i dettagli del programma di quel giorno. Nel frattempo l’arcivescovo di Palermo Carmelo Lorefice ha salutato la decisione del papa con grande entusiasmo: “Visita pastorale che confermerà la Chiesa siciliana che riesce a incarnare il Vangelo nella vita sociale, negli uomini concreti e ha bisogno di una parola che li riscatti”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’arcivescovo di Catanzaro Vincenzo Bertolone che ha commentato la visita di papa Francesco sottolineando come si tratti di un riconoscimento per una realtà ecclesiale e sociale importante che quotidianamente lotta contro la mafia sull’esempio di don Puglisi.
Don Puglisi, il parroco che si oppose alla mafia
Per chi non lo ricordasse don Vincenzo Puglisi era il sacerdote di Brancaccio che a cavallo tra gli anni ’80 ed i ’90 si oppose al reclutamento dei giovani palermitani da parte della mafia. In quel periodo (come accade anche adesso) la criminalità organizzata attingeva a piene mani nei quartieri poveri cooptando i ragazzini bisognosi di lavoro per le attività criminali. Don Puglisi non ci stava a rimanere immobile davanti ad una simile situazione ed ha quindi cominciato ad aiutare i ragazzi di Brancaccio, mostrando loro una via differente da quella che a loro sembrava l’unica percorribile.
L’impegno di questo sacerdote ha cominciato ad infastidire i due boss della zona Filippo e Giuseppe Graviano che in un primo momento mandarono delle minacce al parroco. Questo, però, non si lasciò intimidire da quei tentativi di dissuasione e non rese nemmeno pubbliche le minacce, continuando a lavorare con e per i ragazzi. I capi mafia si sono sentiti sfidati e nel giorno del suo 56° compleanno decisero di porre fine alla sua vita con un colpo di pistola alla nuca. E’ stato raccontato che le ultime parole del sacerdote ai suoi assassini sono state: “Me l’aspettavo”. Riconosciuti i suoi meriti, il Vaticano lo ha beatificato 5 anni fa.
Luca Scapatello