Essere missionari per condividere a pieno la Misericordia di Dio: è il messaggio di Papa Francesco per invogliarci a diventare cristiani autentici.
Papa Francesco invita tutti noi ad “uscire per le strade, farsi Discepoli Missionari, come i primi evangelizzatori. Invitiamo alla mensa del Signore tutti i fratelli”.
Il Santo Padre, durante il suo viaggio Apostolico, non smette di istruirci circa il nostro diventare autentici annunciatori della Misericordia di Dio: “Uscite con gioia per condividere la vita nuova che viene dal Vangelo con tutti i membri della nostra famiglia che ancora non conosciamo”.
Nella sua tappa in Oriente, il Santo Padre, durante la celebrazione della Santa Messa, ha invitato tutti a sentirsi parte integrante della Famiglia di Cristo: “Condividiamo, come Lui ha fatto, con i fratelli che ancora non lo conoscono, l’abbraccio misericordioso e risanante di Dio Padre che ci rende famiglia”.
In una terra lontana, 450 anni fa un seme è stato gettato: “La grande opera evangelizzatrice dei primi Missionari giunti nel Regno del Siam, i Domenicani Portoghesi Jeronimo da Cruz e Sebastiao da Canto, uccisi nel 1569. Due soli missionari seppero trovare il coraggio di gettare i semi che oggi stanno crescendo e germogliando in una varietà di iniziative apostoliche. Questo anniversario non significa nostalgia del passato, ma fuoco di speranza perché anche noi possiamo rispondere con la stessa determinazione, forza e fiducia” – ha detto Francesco.
La forza ed il coraggio di questi discepoli Missionari, è segno di vera fede per Papa Francesco: “Il discepolo missionario non è un mercenario della fede né un procacciatore di proseliti, ma un mendicante che riconosce che gli mancano i fratelli, le sorelle e le madri, con cui celebrare e festeggiare il dono irrevocabile della riconciliazione che Gesù dona a tutti noi. Il banchetto è pronto, uscite a cercare tutti quelli che incontrate per la strada”.
L’attenzione del Pontefice è caduta, anche, sulla volontà di Gesù di accogliere sempre gli ultimi, coloro che venivano rifiutati o allontanati dalla società: “Gesù non ebbe paura di sedersi a tavola con i peccatori, per assicurare che alla tavola del Padre e del creato c’era un posto riservato anche per loro.
Lasciandosi toccare da loro, li ha aiutati a comprendere la vicinanza di Dio, anzi, a comprendere che loro erano i beati. Penso a quei bambini, bambine e donne esposti alla prostituzione e alla tratta. A quei giovani schiavi della droga che finisce per oscurare il loro sguardo e bruciare i loro sogni. Essi fanno parte della nostra famiglia: non priviamo le nostre comunità dei loro volti, delle loro piaghe, dei loro sorrisi, delle loro vite. E non priviamo le loro piaghe e le loro ferite dell’unzione misericordiosa dell’amore di Dio”.
Papa Francesco conclude affermando il vero valore di un Missionario: “Mi piace evidenziare che la missione, prima che attività da realizzare o progetti da porre in atto, richiede uno sguardo e un fiuto da educare. Richiede una preoccupazione paterna e materna, perché la pecora si perde quando il pastore la dà per persa, mai prima”.
Preghiamo anche noi, con Francesco, Dio Padre affinché continui sempre a mandare operai Misericordiosi nella sua messe.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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