Il duro ennesimo di Papa Francesco contro il dramma in corso che mette in guardia dal rischio ancora più spaventoso che si potrebbe presentare prossimamente se non si compie un atto rivoluzionario che il Pontefice invoca in nome del Signore.
Davanti alla tragedia che si consuma ogni giorno sotto gli occhi della comunità internazionale, spiega Francesco, c’è bisogno di un immediato cambio di passo seguito a una forte presa di coscienza.
“Mi affliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai!”. Sono le prime parole di un intervento che resterà senza dubbio nella storia, quello in cui Papa Francesco non solo ha invocato la pace come continuamente ha fatto in questi mesi, ma ha anche chiamato nome per nome i diretti interessati del massacro che sta continuando a mietere vittime alle porte dell’Europa.
Al termine dell’Angelus, Bergoglio ha infatti spiegato di essere fortemente preoccupato per la minaccia nucleare e l’escalation militare del conflitto in Ucraina, così ha dedicato l’intero Angelus a un forte appello per chiedere il cessate il fuoco. Sul tema delle annessioni dichiara da Putin, ha spiegato di deplorarle, e ha raccomandato il rispetto dell’integrità territoriale di ogni Paese e dei diritti delle minoranze, come sottolineando anche i media vaticani. Su tutti svetta però il dolore per le migliaia di vittime, “in particolare tra i bambini”
L’angoscia di Papa Francesco davanti al dramma
“È angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo…”, è la considerazione di Francesco, il cui tono è sconsolato ma che guarda in faccia alla realtà nominando le cose con il loro nome e facendo un appello assolutamente diretto.
“In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate-il-fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste, stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni”, ha rinnovato il suo appello Francesco, rivolgendosi al presidente russo e a quello ucraino. Al primo, a cessare il conflitto, al secondo ad avanzare proposte concrete di riappacificazione.
“Il mio appello si rivolge innanzitutto al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte. D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace. A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo”.
Infatti, ha spiegato il Papa, “dopo sette mesi di ostilità si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia. La guerra in sé stessa è un errore e un orrore! Confidiamo nella misericordia di Dio, che può cambiare i cuori, e nell’intercessione materna della Regina della Pace, nel momento in cui si eleva la Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei, spiritualmente uniti ai fedeli radunati presso il suo Santuario e in tante parti del mondo”. L’ultimo appello è straziante quanto accorato. “Per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia!