Papa Francesco, appello urgente: “Bisogna disarmare la Terra”

Dal Policlinico “Gemelli” dove prosegue il suo ricovero, Papa Francesco risponde con una lettera al direttore del Corriere della Sera parlando della fragilità umana e della pace. 

Papa Francesco lettera corriere della sera
Papa Francesco scrive al Corriere della Sera – Foto screenshot Tik Tok@corrieredellasera – lalucedimaria.it

Continua la lunga degenza di Papa Francesco al Policlino “Gemelli”, dove è ricoverato da oltre un mese, precisamente dal 14 febbraio scorso. Nell’ultima settimana, in cui le condizioni del pontefice sono in netto miglioramento, come spiegato dai medici, che hanno sciolto la prognosi, il papa riesce ad occuparsi di qualche attività lavorativa.

E così, in data 14 marzo, ha redatto una lettera di risposta indirizzata al direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. Questo gli aveva rivolto un messaggio di vicinanza e nell’augurio per la ripresa della sua salute gli aveva anche posto una domanda.

La richiesta si riferiva ad un intervento del Santo Padre circa la drammatica situazione delle guerre che stanno devastando il mondo in questo momento. L’appello alla pace richiesto è arrivato e le parole sono state forti e chiare.

La lettera di Papa Francesco al Corriere della Sera: “Bisogna disarmare la Terra”

Nel ringraziare per l’attenzione avuta nei suoi confronti in questo momento di prova della malattia, il pontefice nella sua lettera esalta il lavoro dei professionisti dell’informazione dedicando espressioni di incoraggiamento.

Papa Francesco
Papa Francesco riflette sulla fragilità umana – lalucedimaria.it

L’esortazione di Papa Francesco è precisa: “sentite tutta l’importanza delle parole“, scrive. Fa comprendere che le parole non sono mai solo quello, ma hanno ripercussioni ben più grandi. Le parole, infatti, sottolinea il pontefice, “sono fatti che costruiscono gli ambienti umani. Possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene. Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra“.

Il desiderio, l’intento, l’auspicio più grande è che si realizzi la pace. Lo afferma chiaramente il papa, sostenendo che la spiritualità dei popoli può “riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia” quella speranza di pace così essenziale.

La fragilità umana, più sentita nella malattia

Nella lettera il papa si sofferma a riflettere anche su un concetto alla base dell’animo umano. Come espresso anche nell’Angelus di domenica scorsa, il suo pensiero va alla fragilità umana, che si fa sentire più potentemente nella condizione di malattia.

La sua situazione attuale, la dura prova che sta affrontando da oltre un mese, lo ha portato ad esprimere questa riflessione: “La fragilità umana, ha il potere di renderci più lucidi“, scrive.

La lucidità, analizza, è riguardo “ciò che dura e ciò che passa“, le cose fondamentali della vita, quindi, ciò che più conta davvero. L’animo umano si pone in una condizione di maggior chiarezza proprio nelle situazioni di difficoltà in cui emerge tutta la precarietà e ognuno prende coscienza di tutta la propria fragilità.

Ma soprattutto appofondisce un aspetto in cui è facile ritrovarsi. La presa di coscienza con la fragilità umana spesso subisce una sorta di processo di rimozione, proprio perchè interroga nel profondo e fa emergere la verità.

È per questo, scrive il papa, che tante volte si tende a “sfuggire le persone fragili e ferite: hanno il potere di mettere in discussione la direzione che abbiamo scelto“. Specifica che questo avviene sia come singoli, quindi nella propria vita personale, che come comunità, quindi a livello sociale e anche politico.

L’invito del papa è, dunque, quello di non fermarsi in superficie, ma di scendere nel profondo del nostro animo e non temere di stare di fronte anche alla parte della debolezza. Questa ci rende più pienamente umani, se affidata al Signore in un rinnovamento, che certamente la Quaresima favorisce.

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