Già fervono i preparativi per il grande Giubileo. Il Papa invita tutti a tornare all’essenziale, cioè alla preghiera.
Tutto ciò che facciamo come singoli credenti e come comunità ecclesiale deve nascere dalle “ginocchia”, cioè dall’ascolto della voce di quanto Dio sussurra al nostro cuore. E solo la preghiera ci piò mettere in connessione con Lui.
Continua la preparazione al grande Giubileo, ciascuno può fare la propria parte.
Riscoprire il valore della preghiera
Papa Francesco ha dato inizio ufficiamene all’Anno della preghiera. I prossimi mesi ci condurranno al Giubileo del 2025, è necessario preparare questo speciale anno di Grazia con una preghiera intensa, fervente, vera e sincera. Un intero anno dedicato non solo a pregare ma anche a riscoprire il valore della preghiera personale e il suo assoluto bisogno nella vita di ciascuno, della Chiesa e del mondo intero. Perché per il Papa pregare è lasciare meravigliarsi da Dio!
Lo scorso anno è stato dedicato allo studio e alla riflessione sui documenti del Concilio Vaticano II. Ora è tempo di preghiera. L’intenzione di Papa Francesco è che in ogni realtà Diocesana e parrocchiale si organizzino momenti di studio e riflessione per riscoprire il valore della preghiera, si organizzino momenti di preghiera comunitari, si aiuti chi dice di non saperlo fare, a imparare la preghiera individuale.
Stamattina in Vaticano sono stati presentati anche dei sussidi preparati dal Dicastero per l’Evangelizzazione per aiutarci in questo viaggio bellissimo e che sarà sicuramente fecondo. La collana è intitolata “Appunti sulla preghiera”, sono otto libricini dedicati a temi molto interessanti: Pregare oggi; Pregare con i Salmi; Pregare con santi e peccatori; le Parabole della preghiera; La preghiera di Maria e dei Santi; La preghiera che Gesù ci ha insegnato: Padre nostro.
Il filo rosso che unisce i vari sussidi pubblicati dal Dicastero
Papa Francesco ha ragione non possiamo negare la necessità della preghiera per ciascun credente. Le anime tiepide possono addurre tante motivazioni per giustificare lo scarso impegno nella preghiera, come: non so pregare, non ho il carisma della preghiera, non ho tempo, pregare è recitare formulette a memoria…non fa per me, che dico a fare le cose a Dio se lui già le sa, mi annoia! Invece la preghiera è àncora sicura a chi sta in pericolo di naufragare: è un tesoro immenso di ricchezze per chi è povero, è una medicina efficacissima a chi è infermo, ed è una custodia certa a chi vuol conservarsi in santità, consente di aprirsi alla Grazia per compiere quotidianamente la volontà di Dio e conseguire la propria santificazione; rende amici di Dio.
Pregare è trattenersi con amore, intimità e familiarità con Dio. L’immagine che rende l’idea è quella del dialogo tra amici, anzi con l’amico più caro. Per essere familiare la preghiera deve essere frequente e intensa. Conversare con Dio non può essere frettoloso o marginale in una giornata. Almeno inizio e fine giornata devono essere consacrati a questo. La preghiera non sfugge alla dinamicità della gradualità. Essa è cammino di crescita. La preghiera viva da mediocre diventerà fervente, da rara diventerà frequente; da preghiera discorsiva e tormentata diventerà col passare del tempo orazione di semplice sguardo di quiete, da oscura a luminosa, fino a raggiungere le vette della contemplazione.
Volendo sintetizzare si può ben dire che pregare è respirare, è un’esigenza vitale certo, ma è anche naturale, non c’è bisogno che nessuno ci insegni a respirare siamo già abilitati per questo. Così se pregare e parlare a tu per tu con Dio, nessuno lo deve insegnare, non ci vuole tempo a parte. Occorre imparare a fare di ogni attimo della nostra vita una preghiera, un costante pensiero rivolto a Dio. Dal grazie per il dono del nuovo giorno al grazie per la giornata che mi hai donato, all’affidamento nel sonno, sono tanti i pensieri da rivolgere a Dio, e sono tutte preghiere. E quando chiudiamo gli occhi per addormentarci? Sia il battito del nostro cuore a continuare a dare il ritmo della lode al Dio Amore.