Un incontro che ha segnato una sorta di “ritorno alla vita”. Uno stare insieme che mancava a tutti da due anni, ma che con la Pasqua di Resurrezione è stato possibile vivere di nuovo. Tantissimi i ragazzi che sono accorsi per incontrarlo.
Papa Francesco, ieri, ha incontrato, in Piazza San Pietro, più di 80mila adolescenti arrivati in pellegrinaggio. Un’esortazione a fare sempre meglio e di più quella che il Pontefice ha rivolto loro.
In un Lunedì dell’Angelo baciato dal sole e dalle temperature gradevoli, sono stati tantissimi i ragazzi che hanno accolto l’invito di Papa Francesco ad incontrarsi e ad incontrarlo a Roma. Una Piazza San Pietro gremita in ogni di posto, tanto che, in tanti, si sono riversati anche lungo via della Conciliazione.
Francesco non ha esitato nel salutarli tutti, facendo il giro con la Papamobile in ogni lato della piazza e non solo. Un incontro voluto e desiderato da tempo, non solo dai ragazzi stessi ma anche dal Pontefice.
Dopo due anni di pandemia e restrizioni, la gioia di ritrovarsi insieme è unica. E soprattutto nel giorno dopo la Resurrezione di Gesù. Francesco è lì, in mezzo a loro, ad ascoltare le loro paure, le loro testimonianze, le loro necessità, le loro attività in parrocchia ed in oratorio.
Ma è soprattutto lì per rivolgere loro un’esortazione forte e coinvolgente: “Voi non avete l’esperienza dei grandi ma avete qualcosa che i grandi alle volte hanno perduto, voi avete il fiuto della verità” – ha detto loro Francesco.
La verità: quel qualcosa che non sempre è presentato come si dovrebbe ai giovani, sono loro invece che hanno un fiuto, forse, maggiore rispetto a quello dei grandi: “Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni e il coraggio di Pietro” – ha detto Francesco.
Uno slogan scelto, non a caso, per questo incontro. Quel “Seguimi” che Gesù ha detto ai suoi Apostoli ma che rivolge, ogni giorno, ad ognuno di noi, grandi o giovani o piccoli che siano. Lì c’erano i ragazzi di tutta Italia, quelli che hanno maggiormente sofferto la pandemia, la Dad e le distanze, ma che ora sono tutti riuniti lì sotto la Croce gloriosa di Gesù, che ha vinto la morte.
Francesco rivolge loro anche una riflessione: “Gesù ha vinto le tenebre della morte. Purtroppo, sono ancora dense le nubi che oscurano il nostro tempo. Oltre alla pandemia, l’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in tante regioni della Terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta.
Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto: non solo la loro esistenza è compromessa e resa insicura, ma i loro sogni per il futuro sono calpestati. Tanti fratelli e sorelle attendono ancora la luce della Pasqua […] La vita alle volte ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità, ci fa sentire nudi, inermi, soli.
Quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: “Ho paura del buio!” Tutti noi abbiamo paura del buio. Le paure vanno dette, le paure si devono esprimere per poterle così cacciare via”.
Ma è il loro “fiuto” che il Papa loda: “[…] Per esempio: con gli anni, noi grandi abbiamo bisogno degli occhiali perché abbiamo perduto la vista o alle volte diventiamo un po’ sordi, abbiamo perduto l’udito… O, tante volte, l’abitudine della vita ci fa perdere “il fiuto”; voi avete “il fiuto”.
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E questo non perdetelo, per favore! Voi avete il fiuto della realtà, ed è una cosa grande. Il fiuto che aveva Giovanni: appena visto lì quel signore che diceva: “Buttate le reti a destra”, il fiuto gli ha detto: “È il Signore!”. Era il più giovane degli apostoli”.
In ultimo, li affida a Maria, la mamma celeste di tutti loro e di tutti noi: “[…] Che la Madonna, la mamma che aveva quasi la vostra età quando ha ricevuto l’annuncio dell’angelo ed è rimasta incinta, che lei vi insegni a dire: “Eccomi!”. E a non avere paura. Coraggio, e avanti!”.
Un momento particolare, non solo di incontro, ma anche di riflessione che Francesco ha voluto fortemente. E al quale i giovani hanno risposto con altrettanta enfasi.
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