Il 30 ottobre Mondadori ha pubblicato un libro molto particolare intitolato “Il servitore di Dio e dell’umanità”, si tratta della prima biografia sul Papa Emerito Benedetto XVI scritta dal teologo di origine avellinese (da tempo trapiantato a Monza) Elio Guerriero.
Nato a Caprilia (provincia di Avellino) nel 1948, Guerriero ha passato la sua gioventù a studiare teologia tra la Germania e l’Italia. Concluso il periodo di studi si è dato all’editoria ma non ha mai abbandonato quel campo di studi che lo aveva appassionato sin da ragazzino. Durante il suo periodo di studio in Germania Elio aveva avuto modo di conoscere affondo la teologia tedesca ed è stato proprio in quel periodo (più precisamente nel 1985) che aveva conosciuto Papa Ratzinger, all’epoca ancora cardinale, con il quale si è stabilito in seguito un rapporto di reciproca stima.
La sua grande conoscenza teologica e la profonda ammirazione nutrita per il Papa Emerito gli sono valse l’investitura come scrittore della prima biografia di Benedetto XVI. Quando gli venne chiesto di scrivere il libro, Elio rimase sorpreso, gli sembrava prematuro, ma accettò di buon grado il compito ed ora che il libro è completo è estremamente soddisfatto del risultato e dell’apprezzamento dimostrato da Ratzinger: ”Ha detto che gli è piaciuto… e ha aggiunto che apprezzava particolarmente i colori scelti per la copertina (bianco e azzurro, ndr) perché gli ricordavano quelli della sua Baviera”.
Adesso che il libro è in vendita, Elio Guerriero ci tiene a spiegare le ragioni che lo hanno portato a scrivere questa biografia: primariamente, afferma, che sentiva l’esigenza di portare alla luce il vero Ratzinger, una figura spesso travisata sopratutto dopo la decisione di lasciare il suo incarico per dedicarsi alla preghiera: “Avevo l’impressione che la disinformazione attorno a lui fosse molto forte, mi stava invece a cuore trasmettere l’immagine autentica di questo pontefice che avevo sempre conosciuto”.
A questo punto la curiosità nasce spontanea e gli intervistatori gli chiedono: Chi è il vero Ratzinger? A questa domanda Guerriero risponde con piacere: “Una persona onesta, che ha affrontato uno dei nodi del nostro tempo. Nel corso del suo pontificato ha tenuto alcuni discorsi particolarmente importanti, uno fu quello che destò tanto scalpore a Ratisbona, poco dopo la sua elezione”. Le polemiche in seguito a quel discorso furono molte, semplicemente perché le parole del Papa furono travisate o strumentalizzate per mezzo stampa.
Ma l’allontanamento del sospetto di violenza dalla Chiesa non è il solo merito di Benedetto XVI, c’è anche il suo tentativo di aprire il mondo della fede ai laici e l’inizio di una lotta mai troppo repentina contro la pedofilia all’interno della Chiesa, in pochi sanno che fu proprio Benedetto ad annunciare per primo l’esigenza di pulire il Vaticano da questa ombra ingombrante: “Il suo discorso di riforma è cominciato proprio da lì, dalle sue prese di posizione nette sugli abusi dei preti, mettendo in chiaro che la Chiesa deve innanzitutto farsi carico delle persone offese dai torti”.
La figura che emerge dal libro di Guerriero è quella di un Papa forte, intenzionato a lottare contro i mali della chiesa, sorge, dunque, spontaneo chiedere a Guerriero la motivazione che lo ha portato ad abdicare in favore di Papa Francesco, una domanda dalla risposta complessa a cui lo scrittore risponde: “Ha avuto un’idea molto forte del servizio, un po’ per le sue origini mitteleuropee e un po’ perché si è sempre sentito un sopravvissuto, uno scampato alla guerra. Credo che la sua decisione di dimettersi sia maturata nella primavera del 2012, ma il pensiero lo aveva sempre avuto: dopo il viaggio in Messico e a Cuba stava male, il fuso orario – per lui che aveva già 86 anni – era stato molto pesante da sopportare. In più c’era lo scandalo Vatileaks”.
Per completare la figura storica non può mancare la descrizione del rapporto con l’attuale Papa Francesco, in molti sostengono che tra i due ci sia dell’animosità, ma Guerriero blocca le speculazioni e risponde: “Sciocchezze. E l’elezione di Bergoglio, che quando divenne papa Ratzinger era arrivato proprio dietro di lui, un po’ era nell’aria. E lo stesso Ratzinger con le sue dimissioni l’ha favorita”.