Il Padre nostro, la più conosciuta tra le preghiere cristiane, cambierà ufficialmente domenica 29 novembre. E’ Papa Francesco a volerlo fortemente.
Il Papa vuole rifarsi alla traduzione più letterale dal greco antico della preghiera contenuta nel Vangelo di un versetto. Ma non sarà l’unica formula a cambiare.
Il Padre Nostro è la preghiera che ci ha insegnato Gesù e la più conosciuta tra le preghiere cristiane. Questa preghiera è dunque proprio quella che Gesù in persona ci ha indicato di rivolgere al Padre, senza tante altre parole.
Ci dice Gesù nel Vangelo: “Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male” (Mt 6, 7-13).
In questa preghiera è racchiusa tutto il nostro rapporto di fede con Dio, a partire dalla prima invocazione: “Padre”, che esprime la nostra consapevolezza di figli amati da Dio che è Padre, appunto. E ben ne esprime il suo abbraccio, la sua tenerezza per noi.
Gesù innanzitutto chi ha insegnato a chiamare Dio con questo nome. L’incipit della più celebre preghiera è, intanto, un figlio che chiama colui che lo ama più di chiunque altro al mondo. La seconda parola, “nostro“, indica una semplicissima verità: che siamo tutti fratelli, figli dello stesso Padre!
Da quel “sia fatta la tue volontà“, che ci assimila a Gesù nell’orto degli ulivi e a Maria nel suo “fiat“, alla richiesta reciproca di perdono per noi e i nostri fratelli, al nostro desiderio e bisogno di salvezza ed eternità, fino alle necessità pratiche della vita, il “pane quotidiano“: questa preghiera è un tesoro di comunione con Dio, impossibile da spiegare in poche parole.
Per quanto riguarda la penultima invocazione, “non ci indurre in tentazione”, che chiede a Dio di non permettere di essere provati dalle tentazioni, essa avrebbe una «una traduzione non buona», spiegava il Papa alla fine del 2017: “Sono io a cadere, non è Lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto. Un padre non fa questo, aiuta ad alzarsi subito. Chi ci induce in tentazione è Satana, è questo il mestiere di Satana”.
Aggiungeva poi, «il senso della nostra preghiera è: “Quando Satana mi induce in tentazione tu, per favore, dammi la mano, dammi la tua mano”.
Il Papa, con questo cambiamento, vuole quindi definire come non sia Dio che ci lascia cadere in tentazione, ma che siamo noi che cadiamo, per mezzo di Satana. Dio è il Padre buono che ci aiuta a rialzarci subito.
Questa nuova versione, già adottata da altre conferenze episcopali in altre lingue, non sarà però il solo cambiamento.
Cambia anche il Confiteor, che ora aggiunge il nome “sorelle” vicino a “confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…”. Poi: “e supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i Santi e voi, fratelli e sorelle…”.
Nel nuovo Messale si privilegeranno inoltre le invocazioni in greco antico “Kirie, Eleison“ e “Christe, Eleison“ invece che in italiano: “Signore, pietà ” e “Cristo, pietà”.
Cambierà anche il Gloria, dove diremo: “Pace in terra agli uomini, amati dal Signore“ invece di “agli uomini di buona volontà“.
Anche in questo caso si è ricercata la traduzione più fedele possibile dal greco antico. Cambierà anche il momento dello scambio della pace, dove il sacerdote dirà: “Scambiatevi il dono della pace” invece che “scambiatevi un segno di pace”.
Al termine della Santa Messa, si dirà infine questa nuova formula di congedo: «Andate e annunciate il Vangelo del Signore».
Tutto è soggetto a cambiamento, perfino alcune traduzioni della parola di Dio. Ricordiamo che la “La tua parola, Signore, è stabile come il cielo. La tua fedeltà dura per ogni generazione; hai fondato la terra ed essa è salda”, (Sal 119 89-90) e che lo Spirito Santo che guida la Chiesa verso Dio non cambia idea, ma ci svela il volto di un Padre misericordioso che non ci abbandona nelle prove, non ci abbandona nelle tentazioni.
Elisa Pallotta
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