I tradizionalisti tornano all’attacco di Papa Francesco dopo la scomparsa del titolo “Vicario di Cristo” dall’annuario pontificio del 2020.
Alcuni ambienti della Chiesa interpretano la “rinuncia” del Santo Padre al titolo come un abbandono del ruolo di portavoce di Cristo sulla terra.
La scomparsa di “Vicario di Cristo” dall’annuario pontificio
Sin da quando è stato eletto al Soglio Pontificio, Papa Bergoglio ha fatto capire agli ambienti della Chiesa ed ai fedeli di voler ammodernare il ruolo di Pontefice. I cambiamenti che il Santo Padre vuole apportare sono esclusivamente di tipo formale da un lato, e sostanziale dall’altro. Il suo obiettivo, dunque, non è contrastare con la dottrina e dunque con l’anima della Chiesa cattolica. Anzi, ritiene che con questi cambiamenti si possano abbandonare delle usanze e degli atteggiamenti elitari che la Chiesa ha ereditato dal periodo in cui esercitava un preminente ruolo politico all’interno del territorio nazionale ed extra nazionale.
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In tal senso va letta anche la rinuncia del titolo di “Vicario di Cristo” nell’annuario pontificio. Va da sé infatti che il Papa sia il Vescovo di Roma ed il Vicario di Cristo, visto che per dottrina è questo il ruolo del Pontefice, e dunque non vi è bisogno di sottolinearlo anche nell’annuario. Insomma si tratta di una scelta esclusivamente formale e non sostanziale. Tuttavia la decisione ha riacceso le polemiche attorno a Papa Francesco, accusato dai tradizionalisti di voler essere solo il Vescovo di Roma e non il rappresentante in terra di Gesù Cristo.
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L’attacco dei tradizionalisti a Papa Francesco
Secondo i tradizionalisti, invece, la scomparsa del titolo è l’ennesima prova che Bergoglio non vuole rispettare la dottrina; ed anzi punterebbe ad una disgregazione della Chiesa universale. A sostegno di questa tesi ci sarebbe il fatto che ogni episcopato ha assunto maggiore autonomia da Roma e su alcune questioni, anche di natura prettamente dottrinale, di fatto si autogestiscono. Come esempio viene portato quello della Conferenza Episcopale Tedesca, in seno alla quale si discute ormai da tempo su modifiche che spetterebbero al Vaticano.
Esprime a pieno il pensiero dell’ala conservatrice della Chiesa, ciò che ha scritto a proposito ‘La Verità’: “Se non è e non vuole essere il Vicario di Cristo, allora sarebbe corretto si trovasse un nuovo lavoro. E invece no. Bergoglio continua a farsi considerare papa. Il fatto che non sia più Vicario di Cristo permette alla parola Cristo di non comparire, cioè permette che Cristo sia lasciato fuori dalla scena, sia lasciato fuori dalla storia, una storia che Bergoglio preferisce scrivere da solo”.
Luca Scapatello