Un vero e proprio cammino interiore da percorrere passo passo, che ci conduce dalle tenebre alla luce.
Papa Francesco ci spiega che questo è necessario per chiunque voglia porsi alla sequela di Gesù. Perdersi per ritrovarsi è la dinamica per una vita felice. Ecco a cosa è chiamato l’uomo.
Non siamo perfetti, ma inciampi e cadute sono all’ordine del giorno. Ecco perché per progredire verso la perfezione occorre lasciare vizi, peccati, paure. Cose che ci impediscono di prendere il largo.
Papa Francesco ci indica una condizione
La fede nasce dall’incontro con Gesù. Questo è un incontro decisivo che chiede il coraggio di lasciare tutto per seguirlo. Certo si può rimandare ma prima o poi arriva il momento della scelta, e questa chiede coraggio. È la condizione per restare con Gesù che il Santo Padre indica.
Con commozione il Pontefice indica i diversi modi in cui quotidianamente si può essere chiamati a perdersi. Una madre e un padre che mettono sé stessi in secondo piano per amore dei figli. Il personale sanitario, chiamato talvolta a sacrificare tempo e spazio per la famiglia per esserci al capezzale degli ammalati. Due forme di un’unica donazione a servizio della vita, dono altissimo di Dio.
La forza della “Domenica della Parola”
L’Angelus di oggi è celebrato nella Domenica della Parola istituita da Papa Francesco nel 2019 e quindi, giunta alla sua IV edizione. Il 30 settembre di quell’anno con il Motu proprio “Aperuit illis”, il Santo Padre ha voluto “dedicare in modo particolare una domenica dell’Anno liturgico alla Parola di Dio consente, anzitutto, di far rivivere alla Chiesa il gesto del Risorto che apre anche per noi il tesoro della sua Parola perché possiamo essere nel mondo annunciatori di questa inesauribile ricchezza”.
È stata fissata la terza domenica del Tempo Ordinario perché, questa, cade sempre nella Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani e a pochi giorni dalla Giornata del Dialogo tra ebrei e cristiani. È evidente il carico simbolico della scelta!
La Parola di Dio è il centro della vita del credente, fonte di salvezza, di dialogo, luogo di incontro e di fratellanza. Il tema di quest’anno è tratto dalla Prima Lettera di Giovanni: “Vi annunziamo ciò che abbiamo veduto”. Negli anni scorsi il Papa ha ricordato che la Parola di Dio è una lettera d’amore per il popolo. Con la scelta di questo versetto si vuole mettere in evidenza la relazione, l’esperienza dell’incontro che scaturisce dalla riflessione frequente sulle Scritture e da cui scaturisce l’annuncio del Vangelo.
Il pensiero ai popoli in guerra
Al termine dell’Angelus non è mancato un pensiero per i popoli martoriati dalla guerra. La preghiera non solo per l’Ucraina, ma anche il Myanmar, il Perù, il Camerun, tutti popoli particolarmente bisognosi del conforto del Signore in questo delicato momento.