Nel giorno della Commemorazione dei defunti papa Francesco omaggia le vittime più innocenti e dimenticate da tutti, le più colpite dalla cultura dello scarto spesso denunciata dal Successore di Pietro.
Papa Francesco insegna a porre l’attenzione a chi è maggiormente messo ai margini e scartato dalla società. E così nel giorno della Commemorazione dei defunti sceglie di far visita al Giardino degli angeli, dove sono sepolti i bambini non nati.
Morti prima della nascita, sia a causa di aborti spontanei che procurati, è una grande moltitudine quella dei bambini che non hanno visto la luce. Ma seppure non hanno avuto modo di vivere fuori dal grembo materno la loro vita era iniziata, ben presente fin dal momento del concepimento.
Il Santo Padre nella giornata del 2 novembre ha scelto di compiere un gesto molto importante e significativo su cui è bene porre l’attenzione per far riflettere, come fa lui, su una realtà socialmente taciuta o negata.
Come da tradizione, il pontefice ogni anno in occasione della Commemorazione dei defunti si reca in un cimitero della città di Roma per rendere omaggio a coloro che hanno lasciato questa terra. Quest’anno la scelta è ricaduta sul cimitero Laurentino, in cui si trova il Giardino degli angeli, ovvero la zona in cui sono sepolti i bambini morti prima della nascita.
Ci era già stato nel 2018 e in quella circostanza si era soffermato a pregare di fronte al cimitero dei non nati. Senza pronunziare alcun discorso aveva lasciato spazio alla preghiera silenziosa del cuore, ma tanto esplicativa anche per chi ha assistito alla sua visita.
Un mazzo di fiori portato in omaggio e un silenzio carico di amore e considerazione per coloro che il mondo non considera. Probabilmente anche quest’anno la visita del pontefice si articolerà in modo simile. Il programma prevede il suo arrivo alle ore 9.45 per poi presiedere la Santa Messa alle ore 10 davanti alla cappella intitolata a Gesù Risorto.
In tutti questi anni di pontificato papa Francesco ha spesso denunciato l’avanzare di una cultura dello scarto e in essa tra le principali vittime ci sono proprio i bambini non nati. Si evince fin dalla poca considerazione della mentalità comune verso il dolore che i genitori provano per un aborto spontaneo, ma soprattutto dall’uccisione e manipolazione della vita in via di formazione.
Non esiste il riconoscimento della personalità giuridica del nascituro, e quello che è la stessa persona prima e dopo il parto dalla società è ideologicamente considerato prima un “prodotto del concepimento” o “grumo di cellule” e poi un embrione e feto, ma non un bambino.
I bimbi non nati che arrivano ad essere seppelliti sono in realtà pochissimi, perché la maggior parte finisce nei rifiuti speciali ospedalieri ed eliminati come tali. Per poter seppellire un bambino morto per aborto spontaneo sono necessarie lunghe procedure sconosciute ai più e spesso è una vera lotta riuscire a dare una degna sepoltura al piccolo.
La Chiesa afferma da sempre una realtà oggettiva che può esser compresa con la sola ragione anche senza fede: la vita umana inizia dal concepimento e perciò è degna, ha un valore infinito e va rispettata, curata, difesa.
Più volte papa Francesco si è fatto voce dei dimenticati e ha parlato dei “Cristi abbandonati, invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati“. Con parole chiare e forti ha recentemente definito “sicari” , come già detto in passato, i medici che compiono gli aborti e fin dall’inizio del suo pontificato ha sostenuto che “ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo“.
Ai bambini eliminati con l’aborto ci sono da aggiungere tutti coloro la cui vita è sospesa dentro una provetta. Milioni in tutto il mondo sono trattati come prodotti attraverso le varie tecniche di fecondazione artificiale e bloccati nel loro stato embrionale dentro l’azoto liquido. E tanti gli eliminati, se non ritenuti di buona qualità geneticamente. Per loro non c’è degna sepoltura, ma sono anime create da Dio e tornate a Lui.
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