Papa Francesco sottolinea l’importanza delle donazioni ai poveri e spiega come anche le piccole cose, quelle di cui non abbiamo bisogno, possono fare del bene.
L’ultima omelia da Casa Santa Marta di papa Francesco è un messaggio in contrasto al consumismo che si respira in questo periodo storico, specialmente in questo fine anno in cui tra Black Friday, Ciber Monday e sconti di Natale le catene di negozi subissano di messaggi pubblicitari gli utenti per spingerli all’acquisto sfrenato con la scusa della convenienza. Mai come in questo periodo, dunque, è bene esortare i fedeli a guardarsi dalla minaccia del consumismo e a riflettere con la dovuta attenzione sull’utilità dei propri acquisti.
Insomma, per il Santo Padre il consumismo sarebbe una trappola per le persone, le quali, una volta assorbiti dal sistema si ammalano di acquisti, andando a comprare oggetti e vestiti di cui non hanno assoluto bisogno e che spesso finiscono per ingombrare spazio all’interno degli armadi. Per far passare il concetto, il pontefice ha scelto un passo del Vangelo in cui Gesù narra di una vecchietta che porta in dono al tempio due monetine. Si tratta di un’offerta minima, ma che ha un valore infinitamente più grande delle offerte portate dai ricchi, il perché è semplice: quelle due monete erano tutto ciò che aveva.
Papa Francesco: “Donare le piccole cose allarga il cuore”
Dopo aver letto il passo in questione, papa Francesco dice ai fedeli: “Una chiamata alla generosità. E la generosità è una cosa di tutti i giorni, è una cosa che noi dobbiamo pensare: come posso essere più generoso, con i poveri, con i bisognosi … come posso aiutare di più?”. Ci sono fedeli che se lo chiedono, spiega il papa, e che non sanno trovare risposta perché quello che hanno basta a sufficienza per arrivare a fine mese. A loro il Santo Padre da un consiglio: “Le piccole cose: facciamo, per esempio, un viaggio nelle nostre stanze, un viaggio nel nostro guardaroba. Quante paia di scarpe ho? Uno, due, tre, quattro, quindici, venti … ognuno lo può dire. Un po’ troppo”.
Un ragionamento semplice a cui non tutti riescono ad arrivare, poiché si è troppo abituati a possedere a causa del consumismo. Questo fenomeno sociale è permeato all’interno di ogni casa e di ogni persona, anche la più virtuosa, e senza che ce ne si renda conto annulla la nostra generosità: “Una malattia grossa, (quella) del consumismo, di oggi! Io non dico che tutti noi facciamo questo, no. Ma il consumismo, lo spendere più di quello di cui abbiamo bisogno, una mancanza di austerità di vita: questo è un nemico della generosità”.
In conclusione papa Bergoglio spiega come essere generosi allarghi il cuore e con il passare del tempo diventa un’abitudine a cui non si può rinunciare, tanto da spingere chi ha poco a donare quello che ha per migliorare la vita a qualcuno che non ha niente. Queste, esattamente come la vedova del racconto, sono persone che hanno fiducia in Dio e non hanno paura di rimanere senza nulla perché c’è già Dio che riempe la loro vita: “Quei ricchi che davano i soldi erano buoni; quella vecchietta era santa”, dice infatti il papa tornando al passo del Vangelo.
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Luca Scapatello