Il Papa scende in campo per la vita del concepito con i vescovi argentini. Ora nel Paese e in tutta l’America Latina si fa dura per Governo e lobby abortiste.
Nei giorni scorsi un’onda di cittadini pro vita, con le maglie azzurre, è scesa nelle piazze di molte città argentine per gridare a gran voce il no del popolo all’aborto. Al Congresso dei deputati di Buenos Aires, l’1 dicembre sono infatti iniziate le audizioni sul testo di legge del Governo a favore dell’aborto. Queste proseguiranno fino al 10 dicembre.
Il popolo argentino in piazza contro l’aborto. Ora con la lettera di Papa Francesco
Il progetto di legge per la legalizzazione dell’aborto in Argentina prevede la liberalizzazione sino alla quattordicesima settimana ma lo consente di fatto sino al nono mese se sussistono problemi psicologici o economici o se la nascita è ritenuta causa di “interferenze con i progetti di vita”.
Una dicitura assurda e vergognosa, a corredo di affermazioni a dir poco scandalose pronunciate dal ministro della salute Ginés González García, durante la prima sessione di audizioni e discussioni al Congresso. “Qui non ci sono due vite come dicono alcuni, qui è chiaramente una vita e l’altra è un fenomeno”, ha detto il ministro parlando spudoratamente della vita umana di tanti bimbi innocenti come di un “fenomeno“.
Le parole del deputato che tradiscono la dura realtà dell’aborto
“Se non fosse così, ci troveremmo di fronte al più grande genocidio universale, che è ciò che accade in più della metà del mondo civilizzato, molto più della metà”, ha proseguito il ministro. Tratteggiando, involontariamente, la realtà di quanto purtroppo accade ogni giorno in tutto il Pianeta.
Nel pomeriggio di sabato 5, tuttavia, la Conferenza episcopale argentina ha reso nota una lettera chirografa del Santo Padre Francesco. In questa viene duramente riaffermata la difesa senza eccezioni della vita nascente, nonché il dovere indiscutibile di dare sostegno alle mamme in difficoltà.
La notizia ora rappresenta un duro scoglio per gli abortisti
Ora la notizia potrebbe determinare a cascata effetti in direzione della vita in altri Paesi, come il Costarica, la Colombia e il Messico. In Parlamento sono state anche auditi i “Curas villeros”, sacerdoti delle favelas argentine molto amati dal popolo, e coordinati da don Pepe Di Paola, grande amico di Bergoglio.
Questi si sono opposti senza se e senza ma alla proposta di legge Fernandez. La loro richiesta è quella di sapere “a chi il presidente ha promesso la legalizzazione dell’aborto”. lasciando così intendere di pesanti interferenze e interessi economici e non solo dietro la piaga dell’aborto.
La lettera di Papa Francesco e le parole inequivocabili contro l’aborto
Ora la lettera di papa Francesco diffusa dai vescovi argentini, secondo la volontà dello stesso pontefice, mette una vera e propria pietra sull’intera vicenda. Che riprende l’altra, molto chiara, dello scorso 25 novembre inviata ad un gruppo di mamme di un quartiere povero di Buenos Aires.
Nella lettera Francesco scrive: “L’aborto non è una questione principalmente religiosa, ma umana, una questione di etica umana prima che di ogni confessione religiosa. E vi suggerisco di porvi due domande. Uno: è giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema? Due: è giusto assumere un sicario per risolvere un problema?”
Uniamoci anche noi alle preghiere dei vescovi argentini e di Papa Francesco contro l’aborto e a favore della vita.
Giovanni Bernardi