La catechesi di papa Francesco parte proprio dalla ricezione dello Spirito Santo, ottenuto durante il battesimo e fortificato con la confermazione (la cresima), e dice che questo dono non è fatto per essere lasciato dentro di noi, ma per essere condiviso con gli altri, affinché anche loro possano conoscere i benefici di quel dono. Proprio la condivisione del dono divino fa sì che la Chiesa non sia una struttura gerarchica comandata dal papa, ma una comunità intera di persone che hanno egual valore: “Qualcuno pensa che nella Chiesa ci siano i padroni: il Papa, i vescovi e i preti. E poi gli operai che sono gli altri. No , la Chiesa siamo il noi, cioè tutti”.
Solo considerando la Chiesa nella sua reale forma, ovvero come “un organismo vivo composto da persone” che sono attorno a noi è possibile comprendere la forza della stessa ed il danno che sparlare il tuo prossimo può causare all’interno della comunità parrocchiale. Il Santo Padre spiega che la confermazione consiste in un rito d’ingresso all’interno della comunità della Chiesa e che dopo averla ricevuta il vescovo invoca la discesa della pace sul soggetto cresimato, una pace che dovrebbe essere trasferita agli altri.
Ma se dopo aver trovato la pace, invece di condividerla, si comincia a sparlare del prossimo, il dono viene sperperato ed infatti il Papa dice: “Ma poi cosa succede? Usciamo e cominciamo a sparlare degli altri – e poi aggiunge- Le chiacchiere sono guerre”. In conclusione il Santo Padre invita i cresimati a non ingabbiare lo spirito e a diffondere il verbo per condividere la pace: “Nessuno riceve la Cresima solo per se stesso, ma per cooperare alla crescita spirituale degli altri. Solo così, aprendoci per incontrare i fratelli, possiamo crescere e non solo illuderci di farlo. Il dono è per donare affinché sia fecondo”.
Luca Scapatello
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