Nel corso dell’incontro con il Corpo diplomatico, Papa Francesco ha indicato nelle recenti pulsioni nazionalistiche il principale ostacolo ad un percorso di
Papa Francesco ha ricevuto nella sala Regia del Vaticano gli esponenti accreditati del Corpo diplomatico per il discorso inaugurale del 2019. Per la prima volta dall’inizio del suo pontificato, il Santo Padre ha voluto incentrare buona parte del suo discorso sugli elementi fondanti delle Nazioni Unite, riprendendo larghi tratti del discorso che papa Paolo VI fece alle Nazioni Unite nel 1965. Se infatti il pontefice rintraccia nella violenza sulle donne, negli abusi sessuali su minori e donne, nella discriminazione e nelle politiche di accoglienza i temi principali su cui lavorare, indica nel rintracciare una linea comune di azione su tali argomenti la risoluzione definitiva di queste problematiche.
Nel discorso di questa mattina papa Francesco ha ricordato ai rappresentanti del Corpo diplomatico come l’applicazione di una diplomazia multilaterale abbia permesso la creazione delle Nazioni Unite e che proprio l’impegno delle Nazioni a trovare un accordo che accontentasse tutte le parti ha permesso una fase di relativa pace nel mondo (i focolai di guerra sono purtroppo sempre esistiti). Tale impegno ad ottenere un accordo che potesse stare bene a tutti nasceva dall’esigenza di impedire che sentimenti di rivalsa nazionalistici potessero portare alla nascita di situazioni simili a quelle che hanno condotto alla Seconda guerra mondiale.
Proprio l’essere riusciti ad evitare un’altra guerra di quelle proporzioni dev’essere il maggiore stimolo a continuare nella ricerca della concordanza: “Ritengo dunque importante che anche nel tempo presente non venga meno la volontà di un confronto sereno e costruttivo fra gli Stati, pur essendo evidente come i rapporti in seno alla comunità internazionale, e il sistema multilaterale nel suo complesso, stiano attraversando momenti di difficoltà, con il riemergere di tendenze nazionalistiche, che minano la vocazione delle Organizzazioni internazionali ad essere spazio di dialogo e di incontro per tutti i Paesi”.
Insomma secondo il Santo Padre la tendenza populista emersa in Europa e America in questi anni mettono a rischio la stabilità delle organizzazioni internazionali e la colpa è da rintracciare in parte proprio nell’incapacità cronica del multilateralismo diplomatico di risolvere conflitti decennali (Israele-Palestina, solo per fare un esempio). La nascita di movimenti nazionalistici che vanno alla ricerca di una soluzioni immediate e settarie che puntano all’esclusione degli altri per il beneficio personale, però, è ciò che porta al rischio della distruzione di un sistema diplomatico multilaterale, poiché se questi prevalessero non ci sarebbe modo di trovare un accordo tra le varie nazioni.
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Luca Scapatello
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