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Discorsi del Papa

Papa Francesco: “Non basta pregare per la pace. Bisogna fare”

Nell’ultimo pomeriggio in Bulgaria, Francesco ha invitato tutti a lavorare per la pace

“Il fuoco dell’amore di Dio sciolga il gelo”

(Photo Getty Images)

La preghiera in Piazza Indipendenza

L’ultimo pomeriggio in Bulgaria è stato, per Papa Francesco, l’incontro in piazza Indipendenza davanti a tanti segni di pace: l’ulivo, il cero pasquale, la lettura del cantico delle creature, i bambini che cantano “We are the world”. Un vero e proprio incontro di e per la pace alla presenza degli esponenti di tutte le confessioni religiose presenti in Bulgaria.

La chiesa ortodossa, la chiesa armena, la comunità ebraica, la comunità protestante, i musulmani: tutti, con vari canti, hanno intonato e cantato alla pace. Papa Francesco, ha infine, concluso con la lettura del Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi.

Perché la scelta di Piazza Indipendenza? Un luogo simbolo per la Bulgaria, non solo per il nome che porta ma anche perché su di essa affacciano le 4 chiese delle confessioni cristiane presenti nel paese.

“Siamo tutti costruttori di pace”

Francesco esorta i presenti all’incontro: “Ciascuno di noi si faccia autentico costruttore di pace, ne diventi proprio un artigiano. Non bisogna solo pregare per la pace, ma anche lavorare affinchè si possa costruire la pace. La pace sia un diritto fondamentale di tutti, ma per crearla essa esige un dialogo nella vita e che debba essere fortificata contro tutte le forme di egoismo e indifferenza presenti al mondo”.

Noi siamo qui a pregare davanti anche a questi bambini che hanno portato le fiaccole e a quelli che hanno ricevuto la prima comunione. Esse simboleggiano l’amore che è acceso in noi, un amore di pace e di misericordia, un faro che illumina il mondo intero. Io prego affinchè le nostre voci si uniscano sempre e si diffondano come un vero e proprio grido di pace” – ha detto Papa Francesco.

La reliquia di Giovanni XXIII

Papa Francesco, poi, nella chiesa cattolica di S.Michele Arcangelo, ha visitato e venerato la reliquia di Giovanni XXIII che, a Sofia, è stato delegato apostolico dal 1925 al 1934; in seguito ha incontrato un gruppo di giovani cattolici.

Il monito è chiaro: “Guardare il mondo con la fede che Gesù ci ha insegnato. Ringrazio voi e benedico la vostra terra, così amata anche da uno dei miei predecessori e santo, Giovanni XXIII. Ci sia tra voi, tra le varie comunità cristiane e non presenti in questo paese sempre il germoglio dell’amicizia, in particolare con i fratelli ortodossi. I veri uomini di Dio sono quelli che si sono lasciati guidare dalla forza e dalla luce del Cristo risorto e si sono posti in prima linea per testimoniare l’amore di Cristo. È questo il bello della nostra fede” – ha concluso il papa.

ROSALIA GIGLIANO

Fonte: vaticannews.va

Rosalia Gigliano

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Rosalia Gigliano

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