Ridurre, accorpare o ingrandire le diocesi? Ecco l’idea di Papa Francesco
La riforma torna in assemblea alla CEI.
Chi, come papa Francesco, che l’ha definita come un’esigenza pastorale, chi invece la vede come una cosa obbligata, date le mancate nomine dei vescovi. Tante le diocesi in Italia: sono 226 sparse in tutta la penisola.
Una riforma che, come dicevamo, è stata più volte voluta da Papa Francesco e che, quest’anno, ha visto il suo ritorno in assemblea CEI e, come un anno fa, il card.Bassetti ha “auspicato cambiamenti, ma con misure intelligenti, poichè accorpare o cancellare una diocesi non è una cosa facile”.
La riduzione delle diocesi è cominciata: con tranquillità e in silenzio, senza troppi clamori, proprio come voleva il papa. Una piattaforma programmatica da portare avanti con spirito di chiesa, a partire dai vescovi e dagli arcivescovi, che dovranno entrare nell’ottica di rinunciare al loro essere guida pastorale. Se il percorso è iniziato, sarà un processo un po’ lungo che vede, in primis, l’autorizzazione papale e, poi, la piena collaborazione della CEI. Infine, l’approvazione anche della nunziatura apostolica.
Ma da dove parte questa necessità di riforma? Facciamo un attimo mente locale.
In Italia, abbiamo detto, sono presenti 226 diocesi, alcune delle quali al di sotto dei 100mila fedeli; nel 2017, in alcune di queste, sono state effettuate nuove nomine episcopali e, nel 2018, è stato eletto anche il vescovo di una diocesi con soli 60mila fedeli (quella di Camerino – San Severino Marche). La domanda sorge spontanea: perché fare nuove nomine se, poi, si vuole accorpare le diocesi?
La decisione di papa Francesco sta proprio sull’agire verso le diocesi più piccole: il caso si è aperto quest’anno dove Palestrina è stata unita alla diocesi di Tivoli. In altre diocesi, come in Campania nella diocesi di Alife – Caiazzo, per raggiunti limiti di età, le dimissioni del vescovo ha portato all’aggregazione e alla venuta del vescovo di Sessa Aurunca come amministratore apostolico (la scelta è stata effettuata poiché si trattava della diocesi più vicina).
Papa Francesco l’ha detto: “Abbiamo troppe diocesi in Italia”. Ma si può effettuare una riforma così all’improvviso? Nel 2016 era stata anche chiesta opinione alle Conferenze episcopali regionali in merito, ma ogni vescovo, esponendo le differenti problematiche delle proprie diocesi e delle proprie parrocchie, ha portato il santo padre a questa decisione. Una decisione che verrà portata avanti con calma, razionalità e rispetto dei fedeli perché se da un lato ci sono diocesi così piccole, dall’altro lato invece ci sono le diocesi delle grandi città d’Italia (definite proprio Arcidiocesi, vedi Napoli e Milano ad esempio) che andrebbero scorporate in più piccole.
L’ultima riorganizzazione ha data 1986, quando venne effettuato un taglio di quasi 100 diocesi.
Sarà approvata da tutti i vescovi? Alcuni accetteranno di abbandonare il loro posto?
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: avvenire.it
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