Penultima lezione di Papa Francesco sul Padre Nostro
Ieri mattina in piazza S.Pietro, in occasione dell’udienza generale.
“Dobbiamo comprendere il testo a pieno, altrimenti le tentazioni ci allontaneranno da Dio”
Il perché del Non ci indurre in tentazione
In occasione dell’udienza generale del mercoledi, Papa Francesco ha continuato la sua catechesi sul Padre Nostro ed in particolare sulla frase Non ci indurre in tentazione: “Si tratta di una vera e propria invocazione, entra nel vivo il nostro dialogo col padre, una richiesta d’aiuto a Dio contro le insidie del diavolo” – ha esordito Francesco.
“Invochiamo il Padre”
Si parte dalla traduzione presa dai Vangeli: “E’ difficile rendere in maniera originale la traduzione. Su una cosa siamo certi: il protagonista della preghiera chiede un aiuto a Dio contro le tentazioni del demonio. Possiamo collegarci a una frase tratta dalla lettera di Giacomo, che ci dice: Un Dio che combatte per noi. Questo è il Padre, perché non si dica mai che si è tentati da Dio” – continua il papa.
“Dio non ci lascia mai soli, egli si manifesta come il Dio con noi anche nei momenti più bui della nostra vita, proprio quando l’uomo non è in grado di vegliare. Come iniziamo questa preghiera? Con le parole più pure e semplici di un figlio verso il padre: Padre Nostro. E chiediamo a lui consolazione ed aiuto, come chiese anche Gesù nell’Orto degli Ulivi. Dobbiamo avere fiducia che lui non ci abbandonerà mai. Nelle tentazioni, nella prova, nella tristezza Dio è sempre con noi e non ci farà mai cadere in tentazione. Dobbiamo solo avere fiducia in lui” – ha concluso Francesco.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va