Se vogliamo conoscere “la storia d’amore” che Dio ha per noi bisogna guardare il Crocifisso, sul quale c’è un Dio che si è “svuotato della divinità”, si è “sporcato” di peccato pur di salvare gli uomini. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa del mattino celebrata in Casa Santa Marta. Il servizio di Alessandro De Carolis:
La storia della salvezza raccontata dalla Bibbia ha a che fare con un animale, il primo a essere nominato nella Genesi e l’ultimo a esserlo nell’Apocalisse: il serpente. Un animale che, nella Scrittura, è simbolo potente di dannazione e misteriosamente, afferma il Papa, di redenzione.
Il mistero del serpente
Per spiegarlo, Papa Francesco intreccia la Lettura tratta dal Libro dei Numeri e il brano del Vangelo di Giovanni. La prima contiene il celebre passo del popolo di Israele che, stanco di vagare per il deserto con poco cibo, impreca contro Dio e contro Mosè. Anche qui protagonisti sono i serpenti, due volte. I primi inviati dal cielo contro il popolo infedele, che seminano paura e morte finché la gente non implora Mosè di chiedere perdono. E il secondo, singolare rettile che a questo punto entra in scena:
“Dio dice a Mosè: ‘Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta (il serpente di bronzo). Chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita’. E’ misterioso: il Signore non fa morire i serpenti, li lascia. Ma se uno di questi fa del male ad una persona, guardi quel serpente di bronzo e guarirà. Innalzare il serpente”.
La salvezza sta in alto
Il verbo “innalzare” è invece il centro del duro confronto tra Cristo e i farisei descritto nel Vangelo. A un certo punto, Gesù afferma: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono”. Anzitutto, nota Francesco, “Io Sono” è anche il nome che Dio aveva dato di Sé stesso a Mosè per comunicarlo agli israeliti. E poi, soggiunge il Papa, c’è quella espressione che ritorna: “Innalzare il Figlio dell’uomo…”:
“Il serpente, simbolo del peccato. Il serpente che uccide. Ma un serpente che salva. E questo è il Mistero del Cristo. Paolo, parlando di questo Mistero, dice che Gesù svuotò se stesso, umiliò se stesso, si annientò per salvarci. E’ più forte ancora: ‘Si è fatto peccato’. Usando questo simbolo si è fatto serpente. Questo è il messaggio profetico di queste Letture di oggi. Il Figlio dell’uomo, che come un serpente, ‘fatto peccato’, viene innalzato per salvarci”.
L’“annientamento” di Dio
Questa, dice il Papa, “è la storia della nostra redenzione, questa è la storia dell’amore di Dio. Se noi vogliamo conoscere l’amore di Dio, guardiamo il Crocifisso: un uomo torturato”, un Dio, “svuotato della divinità”, “sporcato” dal peccato”. Ma un Dio che, conclude, annientandosi distrugge per sempre il vero nome del male, quello che l’Apocalisse chiama “il serpente antico”:
“Il peccato è l’opera di Satana e Gesù vince Satana ‘facendosi peccato’ e di là innalza tutti noi. Il Crocifisso non è un ornamento, non è un’opera d’arte, con tante pietre preziose, come se ne vedono: il Crocifisso è il Mistero dell’‘annientamento’ di Dio, per amore. E quel serpente che profetizza nel deserto la salvezza: innalzato e chiunque lo guarda viene guarito. E questo non è stato fatto con la bacchetta magica da un Dio che fa le cose: no! E’ stato fatto con la sofferenza del Figlio dell’uomo, con la sofferenza di Gesù Cristo!”.
fonte: radiovaticana
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