Papa Francesco è un gesuita. Come è arrivata la sua scelta di vita, il suo seguire la regola di Sant’Ignazio, fino a diventare Sommo Pontefice.
Papa Francesco stesso aveva affermato: “Io volevo qualcosa di più. Ma non sapevo che cosa”.
Papa Francesco: un Papa venuto “dai confini del mondo”, come lui stesso affermò nel suo primo discorso da Pontefice di presentazione al mondo. Dall’Argentina, dall’Ordine dei Gesuiti, fino a Roma, fino al soglio di Pietro.
Più volte ci siamo chiesti: “Perché un Papa gesuita? Perché i Cardinali, in Conclave, lo hanno scelto da così lontano?”. Una domanda lecita che, all’inizio del suo Pontificato quante volte ci siamo posti. Ma poi l’abbiamo amato così com’è, semplice e sempre vicino ad ognuno di noi.
Ma oggi, nel giorno della Festa Liturgica di Sant’Ignazio di Loyola, cerchiamo di capire cosa ha spinto Jorge Mario Bergoglio ad entrare in quest’ordine (fondato proprio da Sant’Ignazio) piuttosto che in un altro.
In un’intervista ad Antonio Spadaro de LA CIVILTA’ CATTOLICA, alla domanda “Perché l’ingresso proprio nell’ordine gesuita”, Papa Francesco aveva così risposto: “Io volevo qualcosa di più. Ma non sapevo che cosa. Ero entrato in seminario.
I domenicani mi piacevano e avevo amici domenicani. Ma poi ho scelto la Compagnia, che ho conosciuto bene perché il seminario era affidato ai gesuiti. Della Compagnia mi hanno colpito tre cose: la missionarietà, la comunità e la disciplina”.
Una decisione presa con consapevolezza, ma anche per dare ordine alla sua vita. Era l’anno 1958, quando Bergoglio decide di entrare nella Compagnia di Gesù. Prima un periodo in Cile, poi il ritorno in Argentina e, nel 1969, la sua ordinazione sacerdotale.
“E poi una cosa per me davvero fondamentale è la comunità. Cercavo sempre una comunità. Io non mi vedevo prete solo: ho bisogno di comunità […] Ho bisogno di vivere la mia vita insieme agli altri” – ha continuato, nell’intervista, Papa Francesco.
Quella sua volontà si stare in mezzo alla gente, quella necessità di sentire il calore dei fedeli. Questo è Papa Francesco. Ma, perché proprio un gesuita come Papa? “Il discernimento è il punto fondamentale della spiritualità di Sant’Ignazio. Per lui è uno strumento di lotta per conoscere meglio il Signore e seguirlo più da vicino.
Diceva Sant’Ignazio, “Non essere ristretti dallo spazio più grande, ma essere in grado di stare nello spazio più ristretto” […] È fare le cose piccole di ogni giorno con un cuore grande e aperto a Dio e agli altri. È valorizzare le cose piccole all’interno di grandi orizzonti, quelli del Regno di Dio […] Il discernimento si realizza sempre alla presenza del Signore, guardando i segni, ascoltando le cose che accadono, il sentire della gente, specialmente i poveri”.
Papa Francesco aveva le idee chiare sin dal suo ingresso nell’Ordine: umile e semplice, e guardare sempre più alle esigenze e a cosa ha bisogno, davvero, la Chiesa. “Le mie scelte, anche quelle legate alla normalità della vita come l’usare una macchina modesta, sono legate a un discernimento spirituale che risponde a una esigenza che nasce dalle cose, dalla gente, dalla lettura dei segni dei tempi. Il discernimento nel Signore mi guida nel mio modo di governare”.
Un altro elemento del suo esser Gesuita è il continuo pensare: “Il gesuita deve essere una persona dal pensiero incompleto, dal pensiero aperto […] I Gesuiti hanno il loro centro in Cristo e nella Chiesa […] La Compagnia deve avere sempre davanti a sé il “Deus semper maior”, la ricerca della gloria di Dio sempre maggiore, la Chiesa Vera Sposa di Cristo nostro Signore, Cristo Re che ci conquista e al quale offriamo tutta la nostra persona e tutta la nostra fatica, anche se siamo vasi di argilla, inadeguati”- conclude Francesco.
Un Papa umile e semplice che ha fatto, e continua a fare, della ricerca di Cristo, il suo modello di vita.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: www.centesimusannus.org
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