La vicenda della suora definita pro-lgbt, dalla sospensione di Benedetto XVI alla riabilitazione di Francesco, sta facendo gran clamore mediatico. Si tratta dell’ennesima manipolazione dell’informazione?
Cerchiamo di fare chiarezza e di ripercorrere la vicenda alla luce delle parole degli ultimi Pontefici.
La suora in questione sarebbe Jeannine Gramick, co-fondatrice del Ministero delle Nuove Vie dell’Apostolato Cattolico, negli anni passati al centro di un vero e proprio ciclone per le sue posizioni vicine alle persone appartenenti al mondo lgbt. La religiosa infatti è stata la fondatrice, insieme a padre Robert Nugent, della Società di San Patrizio per le missioni estere, del Ministero delle Nuove Vie, un’organizzazione inserita nella Chiesa che si occupa di dare vicinanza e supporto al mondo omosessuale.
Come comincia la disputa tra la suora e la Chiesa
Tutto ciò comincia negli anni settanta, fino a che arriva lo scontro con la Santa Sede nel 1988. Alcuni vescovi negli Stati Uniti videro infatti all’interno della loro attività delle posizione e dei comportamenti illeciti e scorretti, e denunciarono tutto a Roma, dove la Congregazione per la Dottrina della Fede avviò un’indagine per vederci chiaro.
Questa durò per ben 11 anni, quando nel 1999 si giunse a conclusione. L’azione della suora non rappresenta accuratamente “il male intrinseco degli atti omosessuali e il disordine oggettivo dell’inclinazione omosessuale”. Di conseguenza, la loro attività fu vietata e ogni attività pastorale verso i membri della comunità lgbt interrotta.
Nel mese scorso, un link inserito nel sito di questa organizzazione rimandante alla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi è stato fatto rimuovere, creando così alcune polemiche in merito. A quel punto, la suora ha rivelato che all’inizio dell’anno Papa Francesco le ha inviato due lettere, spendendo parole di bontà e di misericordia nei suoi confronti. Nella lettera, infatti, il Papa ringrazia la suora per “50 anni di vicinanza, di compassione e di tenerezza” in un servizio che descrive come“nello stile di Dio”.
Non c’è nulla di strano nelle parole di Francesco
Certamente molti hanno sostenuto con ragione che il Papa potrebbe avere “peccato” di una lieve imprudenza, che può fare pensare che il Papa presti il fianco e determinate tematiche. Come per esempio all’idea di fantasiose “aperture” su altrettanto fantasiosi argomenti legati al mondo lgbt. Tuttavia, siamo stati ormai abituati a conoscere lo stile di misericordia del Papa rispetto a tutti, e sarebbe stato di certo più insolito se il Papa si fosse espresso diversamente.
Papa Francesco infatti da sempre ha espresso posizioni molto chiare sull’argomento, e non si capisce perché ogni suo gesto, parola, lettera che invii deve necessariamente venire strumentalizzato dalla grancassa mediatica internazionale, cercando di mettere in bocca al Pontefice, e a cascata alla Chiesa e a tutti i cattolici, una fantomatica “benedizione omosessuale”, e non si capisce per cosa e rispetto a cosa.
Fin dalla sua famosa esternazione continuamente strumentalizzata (“Chi sono io per giudicare un gay?”, disse il Papa, e tutti i media omisero fin da subito che la domanda terminava con: “Che cerca il Signore…”), ogni volta che un cattolico incontra qualcuno che abbia un qualsiasi legame con il mondo lgbt, esplode la notizia scandalistica.
La posizione del Vaticano sul mondo lgbt è molto chiara
Ma la Chiesa è chiarissima, la Dottrina cattolica lo è altrettanto, la posizione benevola e misericordiosa di ogni cristiano verso ogni essere umano lo è più di qualsiasi altro pettegolezzo infondato. La notizie che la suora è stata riabilitata non significa nulla.
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La posizione del Vaticano verso la sua attività è sempre la stessa, e non conta il fatto che all’epoca alla guida dell’ex Sant’Uffizio ci fosse il Cardinale Joseph Ratzinger. Semplicemente perché già all’epoca non fece altro che ribadire la verità emersa dall’inchiesta, e non una posizione ideologica o una opinione personale.
Lo dimostrano le parole della suora rilasciate al Corriere della Sera, in cui descrive lo stesso Ratzinger in maniera chiara: “Penso che sia un uomo santo”. Basterebbe questo per smontare tutto il castello di carte che ancora oggi, continuamente, viene imbastito per mistificare la realtà.
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Le ragioni della proibizione, ha infatti spiegato la suora, erano “le ambiguità e gli errori dell’approccio di Padre Nugent e Suor Gramick hanno causato confusione tra il popolo cattolico e hanno danneggiato la comunità della Chiesa”. Ambiguità e confusione che, commenta la suora secondo il suo punto di vista, di fronte a tali situazioni sono inevitabili. Il compito della Chiesa, invece, è quello di fare chiarezza, ed è ciò che ha fatto Ratzinger.