Papa Francesco incontra i religiosi e i sacerdoti del Mozambico: “Il sacerdote abbia l’identità del consacrato, spirito di servizio e cultura dell’incontro”
Il Santo Padre ha incontrato il mondo religioso nella Cattedrale di Maputo ed ha ascoltato tutti: “Fate come la Vergine Maria che si è fidata di Dio”.
Un incontro con l’intera chiesa del Mozambico quello che, ieri, ha avuto Papa Francesco. Una chiesa missionaria che vuole ed aspetta nuove vocazioni. Francesco ha incontrato tutti nella Cattedrale di Maputo: dai vescovi, alle suore, agli animatori delle Comunità cristiane, ai seminaristi: tutti erano lì con Papa Francesco.
Il breve saluto di Monsignor Massinga, responsabile del clero in Mozambico: “E’ una gioia avere qui Papa Francesco. E la gioia del Vangelo la vedo anche nei volti di tutti coloro che sono qui a partecipare a questo incontro” – ha detto.
Tante le testimonianze di incontro che ha ascoltato Francesco: dai sacerdote che, pur di portare avanti il loro servizio, riconoscono di viverlo in difficoltà, fra la mancanza di mezzi, quella di cultura e, soprattutto, di una fede ancora insufficiente: “Siamo davanti a una crisi dell’identità sacerdotale” – ha confessato il sacerdote al Papa. “Noi religiosi e religiose cerchiamo di essere un segno profetico attraverso il nostro impegno ed inserimento nel lavoro pastorale, specie nell’educazione, nella salute, nella promozione della donna e nella cura dei poveri. Ma le difficoltà sono davvero tante” – descrive una suora al Santo Padre.
Anche i catechisti sono accolti ed ascoltati da Francesco: “Siamo laici e facciamo parte di un popolo eroico, che soffre da molti anni le carenze e i mali dell’instabilità politica di questo paese”. Alle parole dei catechisti, Papa Francesco dà subito risposta: “I tempi cambiano e dobbiamo riconoscere che, spesso, non sappiamo come inserirci in nuovi scenari. Non dimentichiamo mai che davanti a noi abbiamo la Terra Promessa. Cerchiamo di annunciare sempre la Buona Novella, e mai una notizia grigia che non attira nessuno e non accende il cuore di nessuno”.
Ai sacerdoti, invece, il Pontefice ha risposto che “di fronte a una crisi dell’identità sacerdotale, forse dobbiamo uscire dai luoghi importanti e solenni. Bisogna tornare, invece, nei luoghi dove siamo stati chiamati, dove era evidente che l’iniziativa e il potere di Dio c’erano. Non dobbiamo abituarci, come sacerdoti, a identificare la nostra vita solo attraverso i soliti rituali, riti e riunioni. Così finiremo per somigliare più a Zaccaria che a Maria. Ritorniamo a Nazareth, che può essere la via per affrontare questa crisi” – ha detto Francesco.
“L’immagine della fanciulla di Nazareth, nella sua semplice casa, è il vero contrasto con l’imponenza del tempio di Gerusalemme. Voi sacerdoti andate per le strade, voi conoscete la vostra gente, sappiamo ciò che sta passando e cosa passa nel loro cuore. Sappiamo il suo patire. Non siate stanchi. Fate sentire ancora di più il vostro SI a Dio, anche attraverso l’aiuto a questa gente” – ha concluso il santo Padre.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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