La salvezza promessa da Gesù non è una “telenovela”. Richiede impegno per raggiungerla, ma con una certezza: che per quanto stretta sia la porta per arrivarvi, Dio la tiene sempre spalancata con la sua misericordia. Papa Francesco ha dedicato come sempre alla spiegazione del Vangelo domenicale il suo discorso all’Angelus, tenuto dalla finestra del suo studio privato su Piazza San Pietro. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Non è una questione di numeri, quanti ce la faranno e quanti no. E nemmeno una questione di cardini che girano una volta per tutte e chi resta fuori è condannato. Papa Francesco indica che per capire la pagina del Vangelo domenicale – l’entrare per “la porta stretta” – bisogna leggerla dal punto di vista della misericordia, lì è la chiave – dice – di ciò che Gesù intende con quella immagine.
Misericordia incessante
A innescare la risposta di Cristo è la domanda di un tale incrociato lungo la strada verso Gerusalemme: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Gesù replica invitando a sforzarsi per varcare la soglia di una porta non facile da superare. Ma, afferma il Papa:
“È una porta stretta non perché sia oppressiva, no; ma perché ci chiede di restringere e contenere il nostro orgoglio e la nostra paura, per aprirci con cuore umile e fiducioso a Lui, riconoscendoci peccatori, bisognosi del suo perdono. Per questo è stretta: per contenere il nostro orgoglio, che ci gonfia. La porta della misericordia di Dio è stretta ma è sempre spalancata, è spalancata per tutti! Dio non fa preferenze, ma accoglie sempre tutti, senza distinzioni”.
Uscire dalle cattive abitudini
Francesco ripete alla folla la convinzione che è l’architrave non solo del Giubileo ma di tutto il suo magistero: Gesù “aspetta ciascuno di noi, qualunque peccato abbiamo commesso, per abbracciarci, per offrirci il suo perdono” con un “flusso incessante di misericordia”. Il suo, insiste, è sempre un “pressante invito ad andare da Lui, a varcare la porta della vita piena, riconciliata e felice”:
“Entrando per la porta di Gesù, la porta della fede e del Vangelo, noi potremo uscire dagli atteggiamenti mondani, dalle cattive abitudini, dagli egoismi e dalle chiusure. Quando c’è il contatto con l’amore e la misericordia di Dio, c’è il cambiamento autentico. E la nostra vita è illuminata dalla luce dello Spirito Santo: una luce inestinguibile!”.
La salvezza è una cosa seria
Francesco propone alla folla di riflettere qualche istante in silenzio sugli ostacoli – egoismi personali, peccati – che impediscono di passare la porta della salvezza assieme al fatto che quella porta è sempre spalancata dal perdono di Dio. Quindi, conclude soffermandosi sulla considerazione di Gesù sul fatto che a un certo punto quella porta non sarà più accessibile. Anche questo va ben compreso:
“Questa porta è l’occasione che non va sprecata: non dobbiamo fare discorsi accademici sulla salvezza (…) Perché a un certo momento ‘il padrone di casa si alzerà e chiuderà quella porta’, come ci ha ricordato il Vangelo. Ma se Dio è buono e ci ama, perché chiude la porta, chiuderà la porta a un certo punto? Perché la nostra vita non è un videogioco o una telenovela; la nostra vita è seria e l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna”.
fonte: radiovaticana
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