È la preghiera la chiave che salva la Chiesa dalla paura di chiudersi di fronte ai pericoli, la “via d’uscita” che apre al coraggio della missione. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa presieduta nella Basilica vaticana per la solennità dei Santi Pietro e Paolo. Durante la celebrazione, il Papa ha benedetto i sacri palli che verranno imposti ai 25 nuovi arcivescovi metropoliti. Presente come da tradizione alla Messa una delegazione inviata dal Patriarca ortodosso ecumenico, Bartolomeo I. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Una storia di liberazione venata di paure, di cuori che restano in catene nonostante la fede e di prigionie infrante grazie al miracolo della preghiera. È la storia della Chiesa della prima ora e dell’ultima, sempre tentata – afferma il Papa – di barricarsi quando le cose vanno male.
La via d’uscita
La Basilica vaticana è gremita, dominata dalla macchia rossa davanti all’altare della Confessione, le porpore dei cardinali e le casule scarlatte dei 25 arcivescovi metropoliti di tutti i continenti dei quali Francesco benedice i palli, segno del vincolo speciale che i presuli hanno col Vicario di Cristo. Anche dalla liturgia emerge un simbolo, quello delle “chiavi” che Gesù promette a Pietro “perché – rimarca il Papa – possa aprire l’ingresso al Regno dei Cieli, e non certo chiuderlo davanti alla gente, come facevano alcuni scribi e farisei ipocriti”. Eppure, prosegue Francesco, la liturgia del giorno è anche una storia di “tre chiusure”. La prima riguarda ancora Pietro, messo in cella da Erode e liberato da un angelo grazie, chiarisce il Papa, alla potenza di una intercessione:
“Mentre Pietro era in prigione, ‘dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui’ (At 12,5). E il Signore risponde alla preghiera e manda il suo angelo a liberarlo, ‘strappandolo dalla mano di Erode’. La preghiera, come umile affidamento a Dio e alla sua santa volontà, è sempre la via di uscita dalle nostre chiusure personali e comunitarie. E’ la grande via di uscita dalle chiusure”.
Dalla paura al coraggio
Pietro fugge dal carcere e va a cercare riparo nella casa della madre di Giovanni, detto Marco. Solo che la domestica, pur riconoscendolo, invece di lasciarlo entrare corre a riferire alla sua padrona. Questo brano degli Atti degli Apostoli non fa parte della liturgia del 29 giugno ma Francesco lo cita perché gli permette di completare la sua riflessione sui rischi delle altre chiusure, dei timori che talvolta inducono i cristiani a ignorare anche le “sorprese di Dio”:
“Questo particolare ci parla della tentazione che sempre esiste per la Chiesa: quella di chiudersi in sé stessa, di fronte ai pericoli. Ma anche qui c’è lo spiraglio attraverso cui può passare l’azione di Dio: dice Luca che in quella casa ‘molti erano riuniti e pregavano’. La preghiera permette alla grazia di aprire una via di uscita: dalla chiusura all’apertura, dalla paura al coraggio, dalla tristezza alla gioia”.
Uscire sulle strade del Vangelo
Anche qui la preghiera come chiave che apre e libera. La cui forza porta Pietro a fare la sua professione di fede, narrata nel Vangelo, e successivamente, restituito alla libertà del carcere, lo libera anche, dice il Papa, dal “suo io orgoglioso e pauroso” verso la missione che Gesù gli ha affidato:
“La vita di Simone, pescatore galileo – come la vita di ognuno di noi – si apre, sboccia pienamente quando accoglie da Dio Padre la grazia della fede. Allora Simone si mette sulla strada – una strada lunga e dura – che lo porterà a uscire da sé stesso, dalle sue sicurezze umane, soprattutto dal suo orgoglio mischiato con il coraggio e con il generoso altruismo. In questo suo percorso di liberazione, decisiva è la preghiera di Gesù: ‘Io ho pregato per te [Simone], perché la tua fede non venga meno’”.
Preghiera via di unità tra i cristiani
Come di consueto, alla Messa per la solennità dei due massimi Apostoli partecipa una delegazione del Patriarcato ortodosso ecumenico. Anche su questo versante, conclude Francesco, la preghiera apre una via d’uscita “dalla divisione all’unità”:
“I santi Pietro e Paolo intercedano per noi, perché possiamo compiere con gioia questo cammino, sperimentare l’azione liberatrice di Dio e testimoniarla a tutti”.
fonte: radiovaticana