La novità annunciata dalla Sala Stampa Vaticana: tutto pronto per il prossimo viaggio apostolico del Papa, il trentacinquesimo dall’inizio del Pontificato, sulle orme dell'”Apostolo delle Genti”.
L’ultimo è stato nel settembre scorso a Budapest e in Slovacchia. Ora la decisione di visitare il Paese in forte difficoltà, rispondendo al grande desiderio della popolazione locale.
Il Papa si recherà infatti in Grecia e a Cipro dal 2 al 6 dicembre. L’annuncio è stato dato dopo aver ricevuto l’invito formale dal presidente della Grecia, Katerina Sakellaropoulou. La visita comincerà a Cipro, dove visiterà la città di Nicosia, poi si si sposterà in Grecia, dove rimarrà dal 4 al 6 dicembre.
Le due visite previste da Papa Francesco
Le due visite previste sono ad Atene dove l’ultima presenza di un Pontefice risale al 2001 con Giovanni Paolo II, e poi sull’isola di Lesvos, luogo in cui Francesco è già stato nel 2016 in una storica visita. In quella occasione, infatti, insieme al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e all’arcivescovo di Atene, Francesco pose i riflettori sui cittadini abbandonati di Lesbo e sui profughi sbarcati nella cittadina.
Lì aveva infatti visitato il campo di Moria per abbracciare i profughi in fuga da guerra e violenza, e il Papa ne parlò come “della catastrofe umanitaria più grande dopo la seconda guerra mondiale”. Lì Bergoglio incontrò uomini e donne che trovò in condizioni molto dure. Ognuno di loro, disse, “non è un numero ma un volto, un nome e una storia”.
Oggi la situazione dal punto di vista migratorio sembra essere leggermente migliorata, ma le difficoltà sono tante. La Grecia è infatti stata la nazione che più ha pagato lo strapotere delle decisioni dell’Unione europea in materia economica, finendo in fallimento dopo la crisi del 2008. Ora la pandemia incalza e la crisi è ancora più dura.
“Il Papa vuole far vedere e risvegliare la sensibilità”
Per questo “il Papa vuole far vedere e risvegliare la sensibilità, non solo della Grecia, ma anche della comunità internazionale su questa realtà. Dobbiamo sempre occuparci di questo, non è che possiamo trattarla con distanza e né dimenticarla”, ha spiegato monsignor Theodoros Kontidis, arcivescovo di Atene.
Attraverso il Papa, infatti, è vivo il “sentimento di appartenenza alla Chiesa di Cristo”. Per quanto riguarda Cipro, invece, più volte il Papa si è espresso sulla divisione che dal 1974 segna le due comunità, greco-cipriota e turco-cipriota. Nell’Angelus del 30 agosto 2020 Francesco espresse “l’incoraggiamento della Santa Sede ai negoziati per la riunificazione di Cipro, che incrementerebbero la cooperazione regionale, favorendo la stabilità di tutta l’area mediterranea“.
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Già Benedetto XVI nel giugno 2010 aveva visitato l’isola di Cipro spiegando che “Cipro è un’ isola che può giocare un ruolo particolare nel promuovere il dialogo e la cooperazione”, come ha ricordato monsignor Salim Sfeir , arcivescovo di Cipro dei maroniti, ai microfoni vaticani. Insomma, una visita di pace in un luogo molto importante per la storia della cristianità, “terra dell’apostolo Barnaba”.
Terra in cui l’Apostolo Paolo di Tarso convertì gli importanti filosofi
Proprio in terra greca infatti l’Apostolo Paolo di Tarso, dopo il Concilio di Gerusalemme, vi si recò per un lungo viaggio evangelizzatrice, deciso a portare il Vangelo nel cuore della Grecia, vera e propria culla della filosofia antica. Da lì iniziò un processo che avrebbe portato nel corso di un secolo alla cristianizziazione della Grecia, grazie a un solo uomo che, portando la Parola di Gesù, vinse sugli eredi della filosofia platonica e seguaci della ferrea logica aristotelica.
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San Paolo fece infatti una sola semplice azione: proclamò il kerygma del Vangelo, l’annuncio, il messaggio centrale della fede cristiana. Vale a dire, la testimonianza che Gesù Cristo è morto per eliminare il peccato del mondo, espiando come Agnello immolato tutti i peccati dell’umanità, prima di risorgere dai morti il terzo giorno.