“Trasformate le vostre comunità in luoghi di benvenuto”, con il vostro aiuto la “Chiesa sarà capace di rispondere più pienamente alla tragedia umana dei rifugiati”. Così il Papa nel suo discorso ai partecipanti all’incontro promosso dalla Confederazione Europea degli ex Alunni dei Gesuiti impegnati al fianco del Jesuit Refugee Service in tutto il mondo. L’autentica ospitalità, ha detto Francesco, è la nostra più grande sicurezza contro gli odiosi atti di terrorismo. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Rifugiati, come membri delle nostre famiglie
La crisi dei rifugiati è la crisi umanitaria più grande dopo la II guerra mondiale: oggi riguarda più di 65 milioni di persone, non numeri, ma uomini e donne non “diversi dai membri delle nostre famiglie e dai nostri amici”. E’ questo il primo pensiero che il Papa rivolge a chi studia radici e responsabilità di questo fenomeno:
“Questo numero senza precedenti va oltre ogni immaginazione. Il numero complessivo dei profughi è ora più grande dell’intera popolazione dell’Italia! Se andiamo oltre la mera statistica, comunque, scopriremo che i rifugiati sono donne e uomini, ragazzi e ragazze che non sono diversi dai membri delle nostre famiglie e dai nostri amici. Ognuno di loro ha un nome, un volto e una storia, come l’inalienabile diritto di vivere in pace e di aspirare a un futuro migliore per i propri figli”.
Troppi conflitti nel mondo, serve coraggio e ascolto dei più poveri
Più che mai oggi mentre la guerra imperversa e Francesco ricorda quella “terribile” in Siria, le guerre civili in Sud Sudan e il Mediterraneo “diventato un cimitero”, la Chiesa ha bisogno che voi sappiate essere “coraggiosi nel rispondere alle necessità”, e che ricordiate le vostre radici ignaziane di uomini e donne “per e con gli altri:
“Mediante la vostra educazione gesuita siete stati invitati a diventare ‘compagni di Gesù’ e, con Sant’Ignazio di Loyola come vostra guida, siete stati inviati nel mondo per essere donne e uomini per e con gli altri. In questo frangente della storia, c’è un grande bisogno di persone che ascoltino il grido dei poveri e che rispondano con compassione e generosità”.
Ospitalità autentica è sicurezza contro terrorismo
Poi, prendendo spunto dall’anno giubilare della Misericordia, che “Dio offre a tutti”, il Papa incoraggia gli ex alunni dei Gesuiti ad un atto di accoglienza speciale:
“A dare il benvenuto ai rifugiati nelle vostre case e comunità, in modo che la loro prima esperienza d’Europa non sia quella traumatica di dormire al freddo nelle strade, ma quella di un’accoglienza calda e umana. Ricordate che l’autentica ospitalità è un profondo valore evangelico, che alimenta l’amore ed è la nostra più grande sicurezza contro gli odiosi atti di terrorismo”.
Più opportunità di istruzione per i rifugiati
Particolare impegno è chiesto dal Papa nel campo dell’educazione per “costruire un’ Europa più forte” afferma e un “futuro più luminoso”.Troppo bassa è infatti, osserva, la percentuale di bambini e ancor più di adolescenti rifugiati che ha accesso all’istruzione. Lavorate in squadra con le altre organizzazioni è il suo invito, con una certezza:
“Più importante ancora, ricordate che l’amore di Dio vi accompagna in questo lavoro. Voi siete occhi, bocca, mani e cuore di Dio in questo mondo”.
“Molto avete imparato dai rifugiati”, conclude il Pontefice e ribadisce: “trasformate le comunità in luoghi di benvenuto” in cui non si debba solo “sopravvivere” ma “crescere e portare frutto”.
fonte: radiovaticana
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