“L’orgoglio umano sfruttando il creato, distrugge”. E’ uno dei passaggi forti della catechesi del Papa all’udienza generale, che da stamani torna a tenersi in Piazza San Pietro. Dal 23 novembre fino a mercoledì della scorsa settimana, si è invece tenuta in Aula Paolo VI. Il cristiano riconosce i segni del peccato, rileva il Papa, ma sa che stiamo vivendo il tempo dell’attesa. Il servizio di Debora Donnini:
La creazione è un dono meraviglioso di Dio ma quando l’uomo si lascia prendere dall’egoismo, con l’esperienza tragica del peccato, finisce per rovinare anche le cose più belle che gli sono state affidate e corrompere la creazione stessa, rendendola schiava.
Quando rompe la comunione con Dio, l’uomo finisce per sfigurare ogni cosa
La catechesi del Papa parte dalla riflessione sul passo della Lettera ai Romani, nel quale si parla della creazione che geme:
“Quando rompe la comunione con Dio, l’uomo perde la propria bellezza originaria e finisce per sfigurare attorno a sé ogni cosa; e dove tutto prima rimandava al Padre Creatore e al suo amore infinito, adesso porta il segno triste e desolato dell’orgoglio e della voracità umani. L’orgoglio umano sfruttando il creato, distrugge”.
In un quadro desolante, leggere la realtà con gli occhi della Pasqua
Un esempio per tutti è proprio quello dell’acqua, fonte di vita, che viene però contaminata per sfruttare i minerali. Le conseguenze di questo sfruttamento, nota il Papa, sono sotto i nostri occhi. Ma in questo “quadro desolante”, il Signore non lascia solo l’uomo, e offre una “prospettiva nuova di liberazione”. Tutto geme attorno a noi – la creazione, gli esseri umani – ma non sono lamenti sterili. Sono come quelli di una partoriente, che soffre ma sa che sta per venire alla luce una vita nuova:
“Noi siamo ancora alle prese con le conseguenze del nostro peccato e tutto, attorno a noi, porta ancora il segno delle nostre fatiche, delle nostre mancanze, delle nostre chiusure. Nello stesso tempo, però, sappiamo di essere stati salvati dal Signore e già ci è dato di contemplare e di pregustare in noi e in ciò che ci circonda i segni della Risurrezione, della Pasqua, che opera una nuova creazione”.
Il cristiano quindi non vive fuori del mondo, sa riconoscere i segni del male nella propria vita e in ciò che lo circonda ma nello stesso tempo ha imparato a leggere la realtà “con gli occhi della Pasqua, con gli occhi di Cristo risorto”, cioè sa che “stiamo vivendo il tempo dell’attesa”. Questa è la dinamica con cui Francesco spiega quale sia il contenuto della speranza cristiana, proseguendo il ciclo di catechesi dedicate a questo tema:
“Nella speranza sappiamo che il Signore vuole risanare definitivamente con la sua misericordia i cuori feriti e umiliati e tutto ciò che l’uomo ha deturpato nella sua empietà, e che in questo modo Egli rigenera un mondo nuovo e una umanità nuova, finalmente riconciliati nel suo amore”.
Lo Spirito Santo vede per noi oltre le apparenze negative
Il cristiano è quindi “solidale” con chi “si sente disperato”, con chi piange. A volte però anche i cristiani sono tentati dal pessimismo:
“A volte ci lasciamo andare al lamento inutile, oppure rimaniamo senza parole e non sappiamo nemmeno che cosa chiedere, che cosa sperare… Ancora una volta però ci viene in aiuto lo Spirito Santo, respiro della nostra speranza, il quale mantiene vivi il gemito e l’attesa del nostro cuore. Lo Spirito vede per noi oltre le apparenze negative del presente e ci rivela già ora i cieli nuovi e la terra nuova che il Signore sta preparando per l’umanità”.
La fiaccola benedettina della pace e i saluti agli artisti del Rony Roller Circus
Al termine dell’udienza, Francesco rivolge un particolare saluto alla delegazione della “Fiaccola Benedettina Pro Pace et Europa”, con l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, l’abate di Montecassino Dom Donato Ogliari e l’abate di Subiaco Dom Mauro Meacci. “Invito ciascuno – ha detto – a farsi promotore della cultura della pace in ogni ambiente di vita”. Francesco ringrazia calorosamente anche gli artisti del Rony Rollers Circus, che poco prima si erano esibiti in Piazza San Pietro con danze e acrobazie. “Continuate a fare bellezza!”, esclama, “continuate che fate bene a tutti noi”, la bellezza ci porta a Dio.
Francesco ricorda l’odierna Festa della Cattedra di San Pietro e il centenario delle apparizioni di Fatima
Infine un pensiero a Maria. Nei saluti ai pellegrini in lingua tedesca, il Papa ricorda il centenario delle apparizioni della Madonna di Fatima, dove si recherà in visita il 12 e 13 maggio prossimi:
“In quest’anno del centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima, affidiamoci a Maria, Madre della speranza, che ci invita a volgere lo sguardo verso la salvezza, verso un mondo nuovo e un’umanità nuova”.
In conclusione, Francesco sottolinea come l’odierna Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo sia un “giorno di speciale comunione dei credenti con il Successore di San Pietro e con la Santa Sede” e chiede ai giovani di intensificare la preghiera a favore del suo ministero petrino.
fonte: radiovaticana