Nel far sentire prima di tutto la vicinanza ed il calore umano alla persona malata.
Nel corso dell’udienza tenutasi nella Sala Regia del Vaticano con gli esponenti della Federazione Internazionale dei Medici Cattolici, papa Francesco ha voluto prima di ogni cosa ringraziare i presenti per aver scelto di consacrarsi al Sacro Cuore di Gesù. In un secondo momento ha ricordato loro come la medicina, intesa come il prendersi cura delle persone malate, sia sempre stata al centro della dottrina cristiana grazie all’esempio di Gesù Cristo.
Il Messia, infatti, era il primo a prendersi cura dei malati, specialmente di coloro i quali venivano estromessi dalla società a causa delle loro malattie. A loro Gesù dimostrava che potevano ricevere ancora l’amore di Dio e che l’emarginazione che subivano era un errore compiuto da una società che non riusciva ad andare oltre le apparenze. Così facendo Gesù li guariva non solamente nel fisico, ma anche e soprattutto nello spirito, apportando alla loro persona una guarigione totale. In seguito a questa riflessione il Santo Padre aggiunge: “La cura delle persone malate appare pertanto come una delle dimensioni costitutive della missione di Cristo; e per questo è rimasta tale anche in quella della Chiesa”.
Dopo aver fatto questa precisazione, il pontefice si è rivolto direttamente ai medici cattolici ed ha chiesto loro di seguire l’esempio del figlio di Dio. Per fare ciò i medici non si dovranno semplicemente limitare alla cura delle malattie fisiche, ma dovranno essere un supporto morale per i pazienti che hanno in cura: “A questa scuola di Gesù medico e fratello dei sofferenti che siete chiamati voi medici credenti in Lui, membri della sua Chiesa. Chiamati a farvi vicini a coloro che attraversano momenti di prova a causa della malattia. Siete chiamati a dare le cure con delicatezza e rispetto della dignità e dell’integrità fisica e psichica delle persone. Siete chiamati ad ascoltare con attenzione, per rispondere con parole adeguate, che accompagnino i gesti di cura rendendoli più umani e quindi anche più efficaci”.
Il medico cattolico è per papa Francesco un servitore della vita, un uomo che ha giurato di prestare fede ad una professione che può salvare l’esistenza di molte persone. Il compito non secondario del medico, dunque, non può che essere quello di illuminare il percorso di cura, mostrare al paziente in che modo si possa risollevare da una situazione complicata, generare, insomma, la speranza. L’obbiettivo che il medico cattolico si prende in carico è dunque complicato, ma chi decide di prendere questa strada non dovrà preoccuparsi, poiché a guidarlo ci sarà sempre Dio: “lo Spirito vi darà il dono del discernimento per affrontare le situazioni delicate e complesse, per dire le parole giuste nel modo giusto e il silenzio giusto, nel momento giusto”.
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Luca Scapatello
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