La messa di papa Francesco con i migranti
“Sono persone e non questioni sociali” – ha detto il santo padre.
La celebrazione in occasione del VI anniversario dalla sua visita a Lampedusa.
La celebrazione con i migranti
Non ha usato giri di parole papa Francesco nella sua omelia, durante la celebrazione eucaristica di ieri mattina con i migranti: “I migranti sono persone e non una questione sociale. Rappresentano il simbolo degli scartati dalla società globalizzata, sono i violentati nei campi di detenzione e quelli che sfidano le onde del mare impietoso”.
Il grido di papa Francesco è unanime: considerare i migranti delle persone prima di tutto. Lampedusa: isola, ma specialmente porto d’arrivo dei viaggi della speranza di molti disperati e, il santo padre, ha voluto visitarla per la prima volta dopo solo pochi mesi dal suo insediamento al soglio di Pietro. E ieri, a 6 anni di distanza, ha voluto ricordare quel momento e i tanti migranti morti in mare e che ancora muoiono durante questi viaggi della disperazione.
Il grido di papa Francesco
“Sono gli ultimi, quelli che facilmente si riesce a ingannare. Sono i torturati, gli abusati, i violentati, quelli che sfidano il mare impetuoso, quelli che dimentichiamo per troppo tempo nei centri o nei campi di detenzione. Sono persone prima di tutto e Gesù ci chiama ad amare e ad aiutarli a rialzarsi” – ha detto il papa.
Papa Bergoglio parla davanti ai migranti: “Vi parlo di salvezza e liberazione, ma a tutti noi altri chiedo di proteggere il vostro viaggio. Preghiamo insieme Dio: lui è il nostro rifugio, la nostra fortezza, la nostra corazza specie nei momenti di prova. Il Signore è il riparo per i fedeli in tribolazione, ed è proprio in questi frangenti che la nostra preghiera si fa più pura. A poco valgono le sicurezze che il mondo offre: solo Dio spalanca il cielo a chi vive in terra”.
“Non lasciamoli da soli”
In ultimo, papa Francesco chiede al mondo di non voltare le spalle a chi chiede aiuto: “Gesù rivela ai suoi discepoli la necessità di un’opzione preferenziale per gli ultimi, i quali devono essere messi al primo posto nell’esercizio della carità. Quegli ultimi sono i poveri, i migranti, gli emarginati. Non lasciamoli da soli”.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va