Papa Francesco ha celebrato, nella Basilica di San Pietro, la Santa Messa in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri.
“Accogliamo il loro grido come una chiamata ad uscire dal nostro io”: Papa Francesco ci invita ad aprire le nostre braccia a coloro che sono il vero tesoro di Dio.
Papa Francesco: “Siete il tesoro della Chiesa”
La Giornata Mondiale dei Poveri ha visto il Santo Padre celebrare la Santa Messa domenicale proprio insieme a loro: i poveri. Loro sono seduti nei banchi della Basilica di San Pietro ed è a loro che Papa Francesco si rivolge, chiamandoli “i portinai del Cielo”.
“Siete voi il tesoro della Chiesa, i preferiti da Dio, i veri portinai del Cielo. Siete voi che, provenienti da diversi Paese del mondo e con diverse storie, siete invitati a fare festa alla mensa del Signore” – ha detto papa Bergoglio.
“Perché il Signore lascia che crollino delle certezze mentre il mondo ne è sempre più privo? La risposta è una sola: perché possiamo imparare a distinguerle da ciò che veramente è certo e dura per sempre. Prima o poi infatti le cose penultime, cioè i regni e le vicende dell’umanità passeranno, anche se si tratta di eventi enormi o definitivi” – afferma, nella sua omelia, Francesco.
L’io egoista che non ha tempo per Dio
“Oggi, siamo così attratti dall’ultimo clamore che non troviamo più il tempo per Dio e per il fratello che ci vive accanto. Nella smania di correre, di conquistare tutto e subito, dà fastidio chi rimane indietro. E, perciò, è giudicato scarto: anziani, nascituri, persone disabili, poveri ritenuti inutili. Si va di fretta, senza preoccuparsi che le distanze aumentano. Fuggiamo dall’io egoista, autoreferenziale, dell’io che si vuole sentire bravo ad ogni costo. Il cristiano non è un discepolo dell’io ma segue il richiamo dell’amore” – ha continuato il Santo Padre.
Papa Francesco: “Bisogna parlare la lingua dell’amore”
“Bisogna parlare la stessa lingua di Gesù, quella dell’amore, la lingua del tu. Chi parla la lingua di Gesù non dice io, ma chi esce dal proprio io. Eppure, quante volte, anche nel fare il bene, regna l’ipocrisia dell’io: faccio del bene ma per esser ritenuto bravo; dono, ma per ricevere a mia volta; aiuto, ma per attirarmi l’amicizia di quella persona importante. Così parla la lingua dell’io. I poveri sono preziosi agli occhi di Dio proprio perché non parlano la lingua dell’io, ma hanno sempre bisogno di chi li sostenga, e proprio loro ci ricordano che il Vangelo si vive come mendicanti protesi verso Dio” – ha concluso Francesco.
Papa Francesco, inoltre, spiega la bella immagine usata all’inizio della sua omelia: i portinai del Cielo: “I poveri ci facilitano l’accesso al Cielo, sono i portinai del Cielo. Già da ora sono il nostro tesoro, il tesoro della Chiesa”.
Il pranzo con i poveri
Il Santo Padre, dopo la recita dell’Angelus, ha pranzato con 1500 bisognosi provenienti da diverse Diocesi d’Italia, accompagnati dai volontari delle singole parrocchie, all’interno dell’Aula Paolo VI trasformata, per l’occasione, in un grande ristorante per una grande famiglia: quella di Dio.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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