Nel corso dell’udienza generale a Piazza San Pietro Papa Francesco ricorda ai fedeli che non sarà Natale se ci si limita ad uno scambio di doni tra parenti e amici.
Nel corso dell’udienza generale tenuta questa mattina a Piazza San Pietro, l’ultima prima dell’arrivo del Natale, papa Francesco conclude la sua catechesi sull’avvento completando il suo messaggio sul significato del Natale. Il discorso del Santo Padre si riallaccia a quelli fatti nelle settimane precedenti in cui ha allertato i fedeli a non ridurre le festività natalizie ad una mera celebrazione consumistica in cui al centro della festa non c’è Dio e la famiglia, bensì le decorazioni ed i doni ricevuti.
Proprio per ricollegarsi a quel discorso il papa esordisce dicendo ai presenti: “Tra sei giorni sarà Natale, gli alberi, gli addobbi e le luci ovunque ricordano che anche quest’anno sarà festa. La macchina pubblicitaria invita a scambiarsi regali sempre nuovi per farsi sorprese”, parole che suonano come un’accusa a quello che è diventato da anni il Natale per molte persone, un accusa che diviene anche una richiesta di riflessione quando il pontefice aggiunge: “Ma mi domando: è questa la festa che piace a Dio? Quale Natale vorrebbe lui, quali regali e sorprese?”.
Papa Francesco: “Il Natale è celebrare l’inedito di Dio”
Per offrire una chiave di lettura corretta agli spunti di riflessione poco prima lanciati, papa Francesco spiega che il Natale è si un giorno di sorprese, il primo ad esempio ne è stato ricco, ma si tratta di novità che ribaltano la concezione della vita avuta dall’umanità fino a quel momento. Soffermandosi sulla tipologie di sorprese che dovrebbe riservare il Natale, il Santo Padre ricorda come Maria fosse una vergine che si è riscoperta madre, Giuseppe un uomo che è divenuto padre senza aver procreato e Dio l’Onnipotente che si è fatto bambino (la creatura più indifesa del mondo) per redimere l’umanità. Tutte rivelazioni che ci portano a considerare l’avvento come un momento di apertura al cambiamento: “Natale porta cambi di vita inaspettati. E se noi vogliamo vivere il Natale dobbiamo aprire il cuore ed essere disposti alle sorprese, cioè ad un cambio di vita inaspettato”, spiega infatti il pontefice.
Dopo aver sottolineato ancora una volta che: “Non sarà Natale se cercheremo i bagliori luccicanti del mondo, se ci riempiremo di regali, pranzi e cene ma non aiuteremo almeno un povero, che assomiglia a Dio, perché a Natale Dio è venuto povero”, il pontefice ci chiede di dedicare un momento alla contemplazione dinnanzi al Presepe per ritrovare il vero significato di questo giorno: “Se sapremo stare in silenzio davanti al presepe, Natale sarà anche per noi una sorpresa, non una cosa già vista. Stare in silenzio davanti al presepe: questo è l’invito per Natale: prenditi un po’ di tempo, vai davanti al presepe e stai in silenzio e sentirai, vedrai la sorpresa”.
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Luca Scapatello