Pellegrinaggio apostolico nelle zone dell’Est Europa. L’Omelia di apertura è una splendida catechesi
Francesco ha celebrato, ieri, a Sofia, la S.Messa in piazza Alexandar.
La prima celebrazione liturgica è stata quella di ieri mattina per Papa Francesco in Bulgaria: un’omelia che ha visto come tema centrale l’amore di Dio e l’incoraggiamento a non avere paura a diventare santi.
La sofferenza, la paura: questi sono stati i temi centrali del discorso di Francesco: “Il peso del tradimento e della sofferenza che aveva arrecato a Gesù erano troppo grandi per Pietro, e lui non aveva il coraggio di guardare in faccia il Signore. Ma l’amore di Gesù è il più grande di tutti, è capace di rimuovere ogni pietra dal cuore, anche ai suoi discepoli” – racconta il Papa commentando il Vangelo della domenica.
“Non lasciamoci rinchiudere dalle tentazioni e dalle nostalgie del passato. Guardiamo il momento del nostro fallimento come ha fatto Pietro che ha rivolto i suoi occhi di perdono a Gesù. Il Signore ci chiama sempre, non si stanca mai. Il suo amore è un pronostico per ognuno di noi affinchè proseguiamo solo sulla via del bene”.
La chiamata è un altro tema caro nel discorso di Papa Francesco: “Lui ci chiama ogni giorno e ci rivela la sua storia d’amore per noi. Ci invita ad alzarci, a guardare alla sua parola, a farci capire e credere che siamo fatti per il cielo e non per la terra. Dio non ci chiama solo a gettare le reti ma anche a guardare e a reagire ai nostri peccati, affinchè non li commettiamo più”.
Dio chiama ognuno di noi ad essere testimoni del suo amore: “Una chiesa giovane, una persona giovane non per età ma per la forza dello spirito santo che è in lui, testimonia a pieno l’amore di Cristo. Non abbiate paura: siate testimoni vivi del Vangelo” – conclude il Papa.
Nel pomeriggio la visita al centro accoglienza per i profughi a Vrazhdebna. Un’atmosfera familiare, raccolta, durata quasi 25 minuti, durante la quale il papa ha spiegato con parole e gesti diversi, cosa significhi essere Pontefice e Papa. I profughi incontrati dal santo padre provengono da Siria ed Iraq.
I piccoli hanno donato i loro disegni e i più piccini, quelli dai 6 ai 10 anni, hanno anche dedicato al papa alcuni canti. Il papa ha salutato ognuno di loro ed ha donato alla struttura una icona della Madonna: “Maria sia una presenza fondamentale fra di voi, specie in un luogo di sofferenza come questo. Lei sei per voi segno di speranza” – ha detto Francesco.
“Oggi il mondo dei migranti e dei rifugiati è un po’ una croce, la croce dell’umanità, è la croce segno della gente che soffre” – ha detto loro Francesco. Il papa, prima di congedarsi, ha chiesto che si pregasse per tutti i profughi in ogni parte della terra, in particolare per i bambini e per le famiglie che soffrono.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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