Papa Francesco è intervenuto alla conferenza dell’ONU finalizzata a negoziare un provvedimento vincolante per proibire le armi nucleari. Nel messaggio inviato alla commissione tramite Monsignor Antoine Camilleri il Santo Padre si rivolge ai capi di stato sottolineando la necessità di un disarmo totale: “Il destino condiviso dell’umanità richiede di rafforzare, con realismo, il dialogo e costruire e consolidare meccanismi di fiducia e di cooperazione, capaci di creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari”.
Il pontefice evidenza come le minacce odierne, rappresentate sopratutto da forme di guerra indirette come il terrorismo, non possono essere combattute con le manifestazioni di forza bellica, questo comporta che anche il meccanismo di deterrenza nucleare, che tanto bene ha funzionato durante la guerra fredda, sia superato ed inapplicabile in uno scacchiere geopolitico fluido, in cui la guerra assume le caratteristiche della rivoluzione civile, ma in scala globale.
Papa Francesco in seguito supera il discorso meramente militare per andare a evidenziare altri due aspetti negativi dell’armamento nucleare, il primo è quello ambientale: “Le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio”, mentre il secondo è economico sociale e riguarda l’utilizzo di risorse economiche che: “Potrebbero invece essere utilizzate per priorità più significative” come lo stabilire la pace e il combattere la povertà.
Il Pontefice è consapevole del fatto che un disarmo nucleare totale si basa su un lungo processo di dialogo tra le parti che consenta di creare delle connessioni stabili tra tutti i paesi del mondo al fine di far comprendere che il disarmo è un’azione necessaria per il benessere dell’intero pianeta ed infatti dice: “Il destino condiviso dell’umanità richiede di rafforzare, con realismo, il dialogo e costruire e consolidare meccanismi di fiducia e di cooperazione, capaci di creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari”.
Questo sarà possibile solo le le nazioni saranno in grado di appianare le divergenze e se rinunceranno a recriminare l’una con l’altra. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di un utopia fondata sulla vana convinzione che c’è del buono in ogni essere umano, ma Papa Francesco crede in questa possibilità e sottolinea che: “L’umanità ha la capacità di lavorare insieme per costruire la nostra casa comune; abbiamo la libertà, l’intelligenza e la capacità di guidare e dirigere la tecnologia, così come di limitare il nostro potere, e di metterli al servizio di un altro tipo di progresso: più umano, più sociale e più integrale”.
In tal senso, conclude il Pontefice, l’esercito delle Nazioni Unite rappresenta un barlume di speranza perché questo obbiettivo a lungo termine possa alla fine realizzarsi, anche perché, estirpate le radici del male, si tratta di un obiettivo a nostra portata.
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