Papa Francesco: c’è un filo che ci unisce sempre col Padre

Un monito forte è quello lanciato da Papa Francesco durante l’udienza generale in streaming di oggi: “La preghiera ci dà nobiltà”.

(Getty Images)

Papa Francesco ci invita, quasi, a fare un esame di coscienza, a guardare alla nostra esistenza di peccatori che, però, vogliono ricongiungersi a Dio.

Papa Francesco: “Tutti gli uomini peccano”

Il peccato: è qualcosa che ci cammina accanto, che ci tenta in continuazione e che ci fa allontanare da Dio. “Tutti gli uomini peccano spesso di incoerenza, ma la preghiera dà unità. Il Signore è il vero Compagno di cammino dell’uomo” – ha detto Papa Francesco durante l’udienza di questa mattina trasmessa, ancora, via streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico.

In questa sua ultima udienza prima dell’estate, Francesco ci parla di Davide: “Lui è il santo ma anche peccatore. Davide santo, prega; Davide peccatore, prega; Davide perseguitato, prega; Davide persecutore, prega; Davide vittima, prega. Anche Davide carnefice, prega. Questo è il filo rosso della sua vita. Un uomo di preghiera.

Quella è la voce che non si spegne mai: che assuma i toni del giubilo, o quelli del lamento, è sempre la stessa preghiera, solo la melodia cambia”.

“La preghiera è quel filo che ci unisce a Dio”

Il Santo Padre ci pone davanti questa figura per farci comprendere a meglio come la preghiera abbia nobilitato anche l’uomo peccatore: “La preghiera ci dà nobiltà: essa è in grado di assicurare la relazione con Dio, che è il vero Compagno di cammino dell’uomo, in mezzo alle mille traversie della vita, buone o cattive: ma sempre la preghiera […] Quelle mani piagate di amore, e le uniche mani sicure che noi abbiamo”.

(Websource Archivio)

Papa Francesco: “Davide e la sua preghiera in Salmo”

Secondo la tradizione, la preghiera di Davide si è poi tramutata anche in Salmi e, grazie a lui, tutti i Salmi sono stati posto per iscritto: “[…] La preghiera nasce proprio da lì: dalla convinzione che la vita non è qualcosa che ci scivola addosso, ma un mistero stupefacente, che in noi provoca la poesia, la musica, la gratitudine, la lode, oppure il lamento, la supplica. Davide riuscirà a essere all’altezza del suo sogno di essere un buon pastore, altre volte meno” – conclude Francesco.

Il Santo Padre ci esorta alla preghiera, soprattutto a quella preghiera intima e confidenziale con Dio. Perché quel filo che a lui ci lega, mai sia spezzato dal peccato.

ROSALIA GIGLIANO

Fonte: vaticannews.va

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