E’ una missionaria che ha passato 60 anni della sua vita ad aiutare le donne africane a partorire.
Papa Francesco ha conosciuto suor Maria Concetta Esu durante il suo viaggio apostolico in Banguì, durante il quale ha aperto il Giubileo della Misericordia. Quel viaggio per il pontefice è stato ricco di emozioni contrastanti: da un lato ha osservato l’estrema povertà ed il dolore in cui vive la popolazione, dall’altro ha avuto modo di conoscere l’operato di quei missionari che da decenni hanno deciso di votare la loro vita al servizio di poveri e malati. Tra questi c’è anche suor Maria Concetta, la quale nel suo primo incontro con il papa gli ha rivelato di aver fatto nascere 3000 bambini.
Suor Maria Concetta è giunta in Africa quando era poco più che una ventenne dopo essere entrata nella Congregazione delle Figlie di San Giuseppe. Viaggiando tra i vari Paesi dell’Africa si è presa cura dei più poveri, delle vittime della guerra e della violenza. Il suo lavoro principale è stato quello di ostetrica e ancora oggi che ha 85 anni non si spaventa ad affrontare un viaggio in canoa per prestare i suoi servigi.
Per contrastare la povertà, papa Francesco ha deciso di contribuire alla costruzione di un’ospedale pediatrico all’avanguardia che è stato aperto solamente da qualche settimana e che avrà a disposizione un personale accuratamente istruito dai medici del Bambino Gesù. Ma gli sembrava giusto anche dare un riconoscimento a quelle persone che nel quotidiano lottano per lenire le sofferenze di quella povera gente. L’occasione si è presentata quando suor Maria Concetta è tornata a Roma dalle sorelle: il papa ne ha approfittato per invitare lei e la madre superiora in Vaticano e conferire alla missionaria un premio.
Al termine dell’Udienza Generale di questa mattina, il Santo Padre ha invitato la missionaria a raggiungerlo. Dopo averla presentata, aver spiegato ai presenti tutto il bene che ha fatto ed aver chiesto un applauso, il papa le ha consegnato un premio e l’ha ringraziata: “Cara sorella, a nome mio e della Chiesa, ti offro un’onorificenza, un segno del nostro affetto e del nostro grazie, per tutto il lavoro che hai fatto in mezzo alle sorelle e ai fratelli africani al servizio della vita dei bambini, delle mamme e delle famiglie”.
Anche se il gesto è dedicato a lei, il papa ci tiene a precisare che tutti i missionari meritano un premio per la loro dedizione alla parola di Dio: “Il vostro lavoro, di fare i missionari e le missionarie è grande, voi bruciate la vita seminando la parola di Dio con la vostra testimonianza. E in questo mondo voi non fate notizia… voi non siete notizia sui giornali”.
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Luca Scapatello
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