Papa Francesco: satana entra educatamente nelle vostre vite, per compiere il male!

Gli inganni di satana

“Sempre fa finta, con noi sacerdoti, con noi Vescovi, è educato. Entra così e poi finisce male, se non te ne accorgi in tempo!”.
Sono queste le parole con cui Papa Francesco mette in allarme i suoi prelati, contro le insidie sempre efficaci e rinnovate delle tentazioni demoniache.
“Il male, non è la nebbia di Milano. Non è una cosa diffusa, è una persona” e come tale va considerata, mai sottovalutata e trattata con la corretta modalità.

Queste, in particolare, erano parole elargite durante l’ottava puntata del programma “Padre Nostro”, andata in onda qualche tempo fa.
Nella trasmissione, condotta dal cappellano del carcere di Padova, don Marco Pozza, il Pontefice ribadiva ancora: “Con Satana bisogna essere furbi! E’ furbo Satana. Il Signore ci dice che Satana, quando viene cacciato via, se ne va, ma poi, dopo un certo tempo, quando sei distratto, torna. E non entra come un invadente in casa. Satana è educato! Bussa alla porta, suona e iniziano così le seduzioni. Non bisogna farsi trascinare dal male, ma essere furbi nel senso buono, avere la capacità di discernere le bugie di Satana”.

Del resto, lo dice ampiamente anche la Sacra Scrittura: “Ecco, temere Dio, questo è sapienza e schivare il male, questo è intelligenza”.
E questa frase è contenuta proprio nel Libro di Giobbe, l’uomo/emblema di ciò che il male può fare, se si mette in testa di distruggere la vita di qualcuno.
Giobbe resiste e, seppur nell’estrema prova, non lascia mai Dio, né si prostra al male.
E’ lui probabilmente l’esempio che ogni uomo dovrebbe seguire, prelato o laico che sia, quando, vessato dalle continue lusinghe del male, sta per cadere nella trappola da cui non si esce più.
“Con Satana non si può dialogare, se tu incominci a dialogare con Satana sei perduto, è più intelligente di noi e ti rovescia, ti fa girare la testa e sei perduto”.
E come acquistare allora l’intelligenza che ci necessità è la preghiera che dobbiamo rivolgere devotamente al Padre, perché ci protegga e ci sorregga, ma soprattutto ci dia la sana lucidità per comprendere e agire, senza farci sporcare dal maligno.

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