Per seguire Gesù bisogna camminare, non rimanere fermi con “l’anima seduta”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di ieri a Casa Santa Marta. Il Pontefice, commentando il Vangelo che narra del paralitico calato dal tetto nella casa dove si trovava Gesù, ha sottolineato che la fede, se è autentica, ci fa sempre correre dei rischi, ma dona la vera speranza. Il servizio di Alessandro Gisotti:
La gente segue Gesù, lo segue per interesse o per una parola di conforto. Papa Francesco si è soffermato sul Vangelo odierno per sottolineare che, anche se la purezza di intenzione non è “totale”, perfetta, è importante seguire Gesù, camminare dietro a Lui. La gente, ha ripreso, era attratta dalla Sua autorità, dalle “cose che diceva e come le diceva, si faceva capire; anche guariva e tanta gente andava dietro a Lui per farsi guarire”. Certo, ha osservato, alcune volte Gesù ha rimproverato la gente che lo seguiva perché era più interessata ad una convenienza che alla Parola di Dio.
No ai cristiani fermi che guardano la vita dal balcone e giudicano gli altri
“Altre volte – ha ripreso – la gente voleva farlo Re, perché pensava: ‘Questo è il politico perfetto!’”, ma la gente “sbagliava” e “Gesù se ne è andato, si è nascosto”. Il Signore però si lasciava seguire da tutti, “perché sapeva che tutti siamo peccatori”. Il problema più grande, ha dunque affermato Francesco, “non erano quelli che seguivano Gesù”, ma quelli che restavano “fermi”:
“I fermi! Quelli che erano all’orlo del cammino, guardavano. Erano seduti, proprio seduti. Erano seduti là alcuni scribi: questi non seguivano, guardavano. Guardavano dal balcone. Non andavano camminando nella propria vita: ‘balconavano’ la vita! Proprio lì: non rischiavano mai! Soltanto giudicavano. Erano i puri e non si immischiavano. Anche i giudizi erano forti, no? Nel loro cuore: ‘Che gente ignorante! Che gente superstiziosa!’. E quante volte anche noi, quando vediamo la pietà della gente semplice ci viene in testa quel clericalismo che fa tanto male alla Chiesa”.
“Questi – ha ammonito – erano un gruppo di fermi: quelli che erano lì, al balcone, guardavano e giudicavano”. Ma, ha soggiunto, “ci sono altri fermi nella vita”. E qui si riferisce all’uomo che “da 38 anni era vicino alla piscina: fermo, amareggiato dalla vita, senza speranza”, e “digeriva la propria amarezza: anche quello è un altro fermo, che non seguiva Gesù e non aveva speranza”.
Per incontrare davvero Gesù bisogna rischiare
Questa gente che seguiva Gesù invece, ha sottolineato Francesco, “rischiava” per incontrarLo, “per trovare quello che voleva”:
“Questi di oggi, questi uomini hanno rischiato quando hanno fatto il buco sul tetto: hanno rischiato che il padrone della casa facesse loro causa, li portasse dal giudice e li facesse pagare. Hanno rischiato, ma volevano andare da Gesù. Quella donna malata da 18 anni rischiò quando di nascosto voleva toccare soltanto l’orlo del manto di Gesù: rischiò di provare vergogna. Rischiò: voleva la salute, voleva arrivare a Gesù. Pensiamo alla Cananea: e le donne rischiano più degli uomini, eh! Quello è vero: sono più brave! E questo dobbiamo riconoscerlo”.
Ancora, il Papa cita il caso della Cananea, della peccatrice nella casa di Simone e della Samaritana. Tutte rischiarono e trovarono la Salvezza. “Seguire Gesù – ha detto – non è facile, ma è bello! E sempre si rischia”. E tante volte, ha commentato, “si diventa ridicoli”. Ma, ha ripreso, si trova ciò che davvero conta: “ti sono perdonati i peccati”. Perché, ha rilevato, “dietro a quella grazia che noi chiediamo – la salute o la soluzione di un problema o quel che sia – c’è la voglia di essere guariti nell’anima, di essere perdonati”. Tutti noi, ha soggiunto, “sappiamo di essere peccatori. E per questo seguiamo Gesù, per incontrarlo. E rischiamo”.
Evitare di avere l’anima “seduta”, un’anima chiusa che non ha speranza
Chiediamoci, ha detto il Papa: “Io rischio o seguo Gesù sempre secondo le regole della casa di assicurazione?”, preoccupati di non fare una cosa o un’altra. “Così – ha avvertito – non si segue Gesù. Così si rimane seduti, come questi, che giudicavano”:
“Seguire Gesù, perché abbiamo bisogno di qualcosa o seguire Gesù rischiando e questo significa seguire Gesù con fede: questa è la fede. Affidarsi a Gesù, fidarsi di Gesù e con questa fede nella sua persona questi uomini hanno fatto il buco sul tetto per far calare la barella davanti a Gesù, perché Lui potesse guarirlo. ‘Mi fido di Gesù, affido la mia vita a Gesù? Sono in cammino dietro Gesù, anche se faccio il ridicolo qualche volta? O sono seduto guardando come fanno gli altri, guardando la vita o sono seduto con l’anima ‘seduta’ – diciamo così – con l’anima chiusa per l’amarezza, la mancanza di speranza?’. Ognuno di noi può farsi queste domande oggi”.
fonte: radiovaticana