Per servire bene il Signore dobbiamo guardarci dall’essere sleali e ricercare il potere. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha quindi ribadito che non si può servire Dio e il mondo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Siamo servi inutili”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo dall’affermazione che ogni vero discepolo del Signore deve ripetere a se stesso.
La voglia di potere ci impedisce di servire il Signore
Ma quali sono, si chiede il Pontefice, gli ostacoli che impediscono di servire il Signore, di servirlo con libertà? Ce ne sono tanti, constata con amarezza, “uno è la voglia di potere”:
“Quante volte abbiamo visto, forse, a casa nostra: qui comando io! E quante volte, senza dirlo, abbiamo fatto sentire agli altri che ‘comando io’, no? Anche far vedere questo, no? La voglia di potere … E Gesù ci ha insegnato che colui che comanda diventi come colui che serve. O, se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti. Gesù capovolge i valori della mondanità, del mondo. E questa voglia di potere non è la strada per diventare un servo del Signore, anzi: è un ostacolo, uno di questi ostacoli che abbiamo pregato il Signore di allontanare da noi”.
No alla slealtà di chi vuole servire Dio e il denaro
L’altro ostacolo, prosegue Francesco, succede “anche nella vita della Chiesa”, è “la slealtà”. Questo, è il suo avvertimento, avviene “quando qualcuno vuol servire il Signore ma anche serve altre cose che non sono il Signore”:
“Il Signore ci ha detto che nessun servo può avere due padroni. O serve Dio o serve il denaro. Gesù ce lo ha detto. E questo è un ostacolo: la slealtà. Che non è lo stesso di essere peccatore. Tutti siamo peccatori, e ci pentiamo di questo. Ma essere sleali è fare il doppio gioco, no? Giocare a destra e a sinistra, giocare a Dio e anche giocare al mondo, no? E questo è un ostacolo. Quello che ha voglia di potere e quello che è sleale, difficilmente può servire, diventare servo libero del Signore”.
Questi ostacoli, la voglia di potere, la slealtà, riprende Francesco, “tolgono la pace e ti portano a quel prurito del cuore di non essere in pace, sempre ansioso”. E questo, ribadisce, “ci porta a vivere in quella tensione della vanità mondana, vivere per apparire”.
Il servizio di Dio è libero, lo serviamo come figli non come schiavi
Quanta gente, è il suo rammarico “vive soltanto per essere in vetrina, per apparire, perché dicano: ‘Ah, che buono che è …’, per la fama. Fama mondana”. E così, è il suo ammonimento, “non si può servire il Signore”. Per questo, soggiunge, “chiediamo al Signore di togliere gli ostacoli perché nella serenità, sia del corpo sia dello spirito” possiamo “dedicarci liberamente al suo servizio”:
“Il servizio di Dio è libero: noi siamo figli, non schiavi. E servire Dio in pace, con serenità, quando Lui stesso ha tolto da noi gli ostacoli che tolgono la pace e la serenità, è servirlo con libertà. E quando noi serviamo il Signore con libertà, sentiamo quella pace più profonda ancora, no?, della voce del Signore: ‘Ah, vieni, vieni, vieni, servo buono e fedele’. E tutti vogliamo servire il Signore con bontà e fedeltà, ma abbiamo bisogno della sua grazia: da soli, non possiamo. E per questo, chiedere sempre questa grazia, che sia Lui a togliere questi ostacoli, che sia Lui a darci questa serenità, questa pace del cuore per servirlo liberamente, non come schiavi: come figli”.
“La libertà nel servizio”. Francesco evidenzia così che anche quando il nostro servizio è libero, dobbiamo ripetere che “siamo servi inutili” consapevoli che da soli non possiamo fare nulla. “Soltanto – afferma – dobbiamo chiedere e fare spazio perché Lui faccia in noi e Lui ci trasformi in servi liberi, in figli, non in schiavi”. “Che il Signore – è l’invocazione del Papa – ci aiuti ad aprire il cuore e a lasciare lavorare lo Spirito Santo, perché tolga da noi questi ostacoli, soprattutto la voglia di potere che fa tanto male, e la slealtà, la doppia faccia” di “voler servire Dio e il mondo”. “E così – ha concluso – ci dia questa serenità, questa pace per poterlo servire come figlio libero che alla fine, con tanto amore, Gli dice: ‘Padre, grazie, ma Tu sai: sono un servo inutile’.
fonte: radiovaticana
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