Un Venerdì di Quaresima, contrassegnato da un commovente appuntamento di preghiera con Papa Francesco, in diretta da San Pietro.
Il Pontefice ha presieduto lo straordinario momento di preghiera, con i fedeli di tutto il mondo collegati via web, radio e tv, sul sagrato della Basilica di San Pietro. Davanti a se, una piazza vuota. Impressionante. Papa Francesco l’ha voluto fortemente, per chiedere al Signore di ascoltare l’invocazione di tutti gli uomini e le donne in questo tempo segnato dalla pandemia del Coronavirus.
Papa Francesco in piazza San Pietro, deserta e sotto l’acqua
La telecamera inquadra una piazza San Pietro, deserta e sotto la pioggia battente, che tocca il cuore. In cima, si vedono i sei bracieri accesi. Vicino al cancello centrale della Basilica di San Pietro, posizionata da un lato, a destra, l’icona Salus populi romani, custodita una teca di vetro. La raffigurazione della Madonna col Bambino è stata trasportata dalla Basilica di Santa Maria Maggiore Dall’altro lato, a sinistra, sotto la pioggia il Crocifisso miracoloso di San Marcello al Corso, portato in Vaticano per l’occasione.
Il Pontefice si è recato prima davanti alla Vergine dove si è raccolto in preghiera. Poi davanti al Crocifisso e dopo essersi segnato nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen, lo ha baciato. Dopo di che ha indossato i paramenti sacri, si è avvicinato all’altare allestito, presso l’entrata della Basilica dov’è stato posto Gesù nel Santissimo Sacramento. E si è raccolto in una silenziosa preghiera di adorazione.
Angelo Comastri, vicario generale di sua santità per lo Stato della Città del Vaticano, ha introdotto la Benedizione Urbi et Orbi del Papa. E a quel punto, il Santo Padre, con l’Ostensorio in mano si è riaffacciato su una piazza vuota, ma piena di preghiera, sofferenza, speranza, e tracciando il segno della Croce, mentre suonavano le campane, ha impartito la solenne Benedizione e l’Indulgenza Plenaria
Dalla riflessione di papa Francesco
“Da settimane sembra che sia scesa la sera, su strade città, si sono impadronite delle nostre vie, piazze, città di un vuoto paralizzante. Lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti, presi alla sprovvista da una tempesta. Tutti sulla stessa barca, tutti necessari, tutti chiamati a remare insieme. Ci siamo tutti. Così anche ci siamo accorti che non possiamo andare aventi ognuno per conto suo ma insieme.
Quello che risulta difficile capire è l’atteggiamento di Gesù, mentre i suoi discepoli sono disperati. Lui nonostante il trambusto dorme sereno, fiducioso nel Padre. E’ l’unica volta nel Vangelo che Gesù dorme. Con tono di rimprovero dice loro:’perché avete paura non avete ancora fede?’ In che cosa consiste la poca fede dei discepoli, come lo invocano?
Non ti importa.. pensano che Gesù si disinteressi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che ci fa stare peggio, è quando ci sentiamo dire “non ti importa di me”. Una frase che ferisce, che scatena tempesta nel cuore. Avrà scosso anche Gesù, perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.
La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e scopre le nostre superflue sicurezze in cui abbiamo costruito le nostre agende, le nostre priorità e abitudini. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene, e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone alla scoperto tutto il proposito di imballare e dimenticare anestetizzare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli.
Con la tempesta è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ego, sempre preoccupati della nostra immagine, ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella benedetta appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci, l’appartenenza come fratelli. ‘Perché avete paura non avete ancora fede’, Signore la tua parola stare ci colpisce e ci riguarda tutti.
Ora mentre siamo nel mare agitato, ti imploriamo:’Svegliati Signore’.. Signore ci rivolgi un appello alla fede, a fidarci di te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente ‘Convertitevi venite a me con tutto il cuore’. Ci inviti a cogliere in questo tempo di prova, come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro, di scegliere ciò che conta e cosa passa, separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. E’ il tempo di reimpostare la rotta verso di te, Signore, e verso gli altri.
Quanta gente esercita pazienza e speranza avendo cura di non seminare panico. Quante persone offrono pregano per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzio, sono le armi vincenti. L‘inizio della fede è saperci bisognosi di Salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli affondiamo, abbiamo bisogno del Signore. Invitiamo Gesù nella barche delle nostre vite, consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che con Lui a bordo non si fa naufragio. Questa è la forza di Dio, volgere al bene tutto ciò che ci capita, anche le cose brutte.
Papa Francesco: abbiamo un’ancora nella sua Croce
Lui porta il sereno nelle nostre tempeste perché con Dio la vita non muore mai. Abbiamo un’ancora nella sua croce siamo stati salvati, abbiamo un timone, nella sua croce siamo stati riscattati, abbiamo una speranza, nella sua Croce, siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo Amore redentore. In mezzo all’isolamento , ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva.’E’ Risorto! E vive in mezzo a noi.’
Cari fratelli e sorelle, da questo luogo che racconta la fede coraggiosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo, scenda su di voi, come un abbraccio consolante la Benedizione di Dio. Signore benedici il Mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori.
Ci chiedi di non avere paura, ma la nostra fede è debole e siamo timorosi, però tu Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripetei ancora:’Voi non avete paura?’. E noi insieme a Pietro, gettiamo in Te ogni preoccupazione perché sappiamo che Tu hai cura di noi’“.
Simona Amabene
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