Sono in tantissimi a notarlo e a chiedersi “come fa” a sopportare il dolore, così pazientemente. Papa Francesco è la prova di forza ed umiltà nel ministero che svolge.
Il suo dare coraggio, il suo avere sempre la parola giusta per confortare tutti, anche se il primo a soffrire è lui stesso.
Nonostante tutto, il Papa ha sempre parole di conforto e coraggio per ciascuno di noi, immedesimandosi lui stesso nella persona che soffre.
La sofferenza di papa Francesco
La sofferenza che è presente nella vita di tutti, anche nella sua. Ma nonostante tutto, lui va avanti, infondendo forza e coraggio in tutti coloro che incontra o che incrociano il suo sguardo. Papa Francesco, in questi ultimi tempi, si sposta in carrozzina a causa del suo forte dolore alle ginocchia.
Un dolore che non ha scalfito la sua fede. Ha sempre parole di conforto per tutti, e la preghiera è il suo bastone sul quale appoggiarsi. Davanti a questa sua personale sofferenza, il Santo Padre non ha mai perso quel suo spirito benevolo, quella sua volontà di esser vicino agli ultimi.
Questo fa di lui una persona semplicemente fantastica. La sua tranquillità traspare in ogni occasione di incontro pubblico. Non ha voluto rinunciare ai suoi viaggi apostolici, specialmente quelli che riguardavano il dialogo interreligioso.
Allora la domanda sorge spontanea: come fa un uomo, nonostante l’età e gli acciacchi, a non perdere mai la speranza, quella felicità che lo contraddistingue, nonostante la fatica e la sofferenza che lo attanaglia, ad essere così forte?
Il fisico che viene meno ma non lo spirito
Se lo si guarda con attenzione, Francesco è sempre positivo e non si fa il problema di mostrarsi con il bastone o, anche, in carrozzina. Quello che per la società odierna è considerato un motivo di “scarto”, un motivo per cui essere messi da parte, per lui non lo è, anzi. Francesco si è fatto vedere così per dare, anche, voce a tutti quegli anziani e a tutti coloro che soffrono e che si trovano nelle sue stesse condizioni.
“Puoi avere difetti, esser ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo […] Ricorda che essere felici […] è smettere di sentirsi vittima e diventare autore del proprio destino” – ha detto il Santo Padre.
Parole forti, che danno coraggio ad attraversare i tanti deserti della nostra vita e anche della nostra anima: “Essere felici […] è ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita […] essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice” – continua il Pontefice.
Le sue parole infondono quel coraggio che, a volte, manca, specialmente quando ci facciamo abbattere dalle paure, dai difetti, dal sentirci inadeguati in certe situazioni. La felicità non è qualcosa che si raggiunge quando non si hanno più problemi. Essere felici è “esserlo sempre”, proprio come ci dice il Santo Padre.
Dio non ci abbandona mai
E lui, anche nella sua precaria condizione fisica lo è. Il sorriso che non manca mai, ma è soprattutto la preghiera a dargli sostegno e supporto. Il Signore non ci abbandona mai, specialmente nei momenti più difficili e dolorosi della nostra vita.
“Non mollare mai”: ci esorta Francesco. Se lui ce l’ha fatta, possiamo farcela anche noi. E in che modo? Dove attingere quella forza d’animo? Nella preghiera che è il nostro dialogo col Signore che sempre ci assiste. Anche se non ce ne accorgiamo, Lui è sempre accanto a noi. Prende la nostra mano e ci accompagna, vive la sofferenza insieme a noi, la lenisce e la rende più dolce perché possiamo accettarla.
E non lo fa solo con il Papa, perché lo ha posto alla guida della Chiesa, ma lo fa con ciascuno di noi. Sempre. Comunque. In ogni momento della nostra vita.