In occasione degli incontri con ‘Rondine – Cittadella della Pace‘, associazione che da vent’anni si occupa di fornire assistenza a giovani provenienti da ogni parte del mondo, e con Abu Mazen (Presidente Palestinese), papa Francesco è tornato a parlare di pace nel mondo come obbiettivo principe del suo pontificato e come auspicio per tutto il mondo. Le parole del pontefice in tal senso sono state: “Dobbiamo togliere definitivamente la guerra dal pianeta e dalla storia dell’umanità”. Una speranza utopica? Non secondo Bergoglio il quale punta sulla formazione dei giovani e delle prossime generazioni affinché si riesca finalmente a sradicare la cultura dell’odio che è parte integrante di alcune culture. E’ chiaro che per raggiungere un tale intento c’è bisogno che tutti, i governi in primo luogo, facciano uno sforzo collettivo in direzione dell’obbiettivo.
Nel corso dell’incontro con l’associazione, il Santo Padre ha ascoltato la testimonianza di due giovani, uno palestinese e l’altro israeliano, che chiedevano l’intervento della comunità internazionale al fine di risolvere una volta per tutte i conflitti esistenti all’interno della Città Santa. Conflitti che si sono nuovamente acuiti dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di spostare la propria ambasciata a Gerusalemme, riconoscendola di fatto come Capitale di Israele: “Ascoltare una giovane palestinese e un giovane israeliano che insieme chiedono ai governi del mondo di fare un passo che possa riaprire il futuro, trasferendo il costo di un’arma dal bilancio della difesa al bilancio dell’educazione per formare un leader di pace, è una cosa rara e luminosa!”, ha commentato il pontefice al termine delle belle parole dei due ragazzi.
Nella stessa giornata di ieri papa Francesco ha ricevuto il presidente palestinese Abu Mazen, un incontro che ha un forte significato simbolico e politico. Nel corso dell’incontro infatti il papa ha chiesto un rinnovo degli sforzi internazionali affinché le legittime aspirazioni di ambe due i popoli che abitano la Città Santa possano essere soddisfatti, così da preservare lo spirito universale di Gerusalemme per le tre religioni abramitiche in essa conviventi. I due capi di stato sono stati a colloquio per circa 20 minuti, nei quali il Santo Padre ha confermato l’impegno del Vaticano per spingere una soluzione pacifica, mentre il premier palestinese ha parlato al pontefice di come la mossa degli Stati Uniti sia stata deleteria e di come le truppe israeliane siano solite violare i luoghi sacri palestinesi.
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Luca Scapatello
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