A detta del cardinale Oscar Rodriguez Mariadraga il Santo Padre sta preparando una bella lettera per la festa di San Giuseppe (per altro quinto anniversario del suo pontificato), un’esortazione alla santità, l’ennesima del suo pontificato. L’esortazione, però, per esigenze di traduzione non uscirà il 19 marzo (anche se così sarà datata) ma probabilmente diverrà di dominio pubblico solamente nel periodo di Pasqua. Come specificato sopra, non è la prima volta che Papa Francesco affronta il tema della santità del popolo cristiano: il pontefice ha infatti più volte ribadito che la santità non è un ambizione di sacerdoti e vescovi, ma un dono che Dio fa a tutti i fedeli, anche quelli che non sentono la vocazione.
La prima volta che Bergoglio ha parlato ai fedeli di questo tema è stato all’udienza generale del 19 novembre del 2014, in quella occasione il pontefice si è soffermato sulla vocazione universale alla santità richiamata dal concilio: “La santità non è qualcosa che ci procuriamo noi, che otteniamo noi con le nostre qualità e le nostre capacità. La santità è un dono, è il dono che ci fa il Signore Gesù, quando ci prende con sé e ci riveste di sé stesso, ci rende come Lui”, quindi ha sottolineato una seconda volta: “Non è una prerogativa soltanto di alcuni: la santità è un dono che viene offerto a tutti, nessuno escluso, per cui costituisce il carattere distintivo di ogni cristiano”.
Per il pontefice, dunque, non c’è bisogno che un fedele prenda i voti e dedichi la sua vita alla preghiera per essere considerato un santo, ma basta che prenda spunto dagli insegnamenti del Vangelo e li applichi nella vita di tutti i giorni, è proprio in questo modo che un fedele laico sposato può diventare santo: “Amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa”, ed allo stesso modo che chi non è nemmeno sposato può diventare: “Santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro e offrendo del tempo al servizio dei fratelli”. Questo perché, affermava in conclusione papa Francesco: “Quando il Signore ci invita a diventare santi non ci chiama a qualcosa di pesante, di triste… Tutt’altro! È l’invito a condividere la sua gioia, a vivere e a offrire con gioia ogni momento della nostra vita, facendolo diventare allo stesso tempo un dono d’amore per le persone che ci stanno accanto”.
Luca Scapatello