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Discorsi del Papa

Papa Francesco spiega: ecco come non cedere alla stanchezza

Cosa ci dice, oggi, Papa Francesco? Il consiglio del Santo Padre di oggi viene ad illuminare le vite di ognuno di noi. Ascoltiamolo.

La meditazione di Papa Francesco ci spiega come non cedere alla stanchezza o al fallimento, ma ad essere speranzosi nella Misericordia di Dio.

Papa Francesco: “Non cediamo alla stanchezza”

Papa Francesco pone la sua attenzione su come, ognuno di noi, possa non cedere alla stanchezza ed alla tentazione, grazie al suo rifugiarsi nella Parola di Dio: “È possibile preferire il fallimento, la desolazione o la stanchezza alla guarigione, alla consolazione e alla speranza? Può sembrare strano, ma è quello che spesso accade nella vita del cristiano che si lascia andare al lamento e all’insoddisfazione”.

Papa Francesco ci fa riflettere grazie ad un brano tratto dall’Antico Testamento, dal Libro dei Numeri: “Riportandola ai giorni nostri, questa della stanchezza e della non fiducia è una lacerante attitudine del cuore dell’uomo. Il brano biblico, infatti, fa proprio «riflettere sulla stanchezza» del popolo di Dio che, in cammino verso la terra promessa, «non sopportò il viaggio». Qual è stata l’evoluzione psicologica e spirituale degli israeliti in fuga dall’Egitto?”

Papa Francesco: “Il popolo d’Israele perse la fiducia in Dio”

Essi avevano incominciato con entusiasmo credendo in Mosè: prepararono l’agnello, i pani, tutto, per fuggire: avevano speranza. Poi venne la gioia dell’uscita dall’Egitto, quindi, «sulla riva del mare, la paura». Gli israeliti infatti vedevano venire l’esercito e incominciarono a insultare Mosè: “Ci hai portato qui per farci uccidere!”. Ma la paura, in breve, grazie al «miracolo del mare», si trasformò nella gioia della liberazione, e andarono avanti”.

Mormorare, non avere fiducia, ci fa cadere in tentazione e ci allontana da Dio: “Un’evoluzione spiegata così: avevano perso la memoria. La stanchezza è selettiva: sempre ci fa vedere il brutto del momento che stiamo vivendo e dimenticare le cose buone che abbiamo ricevuto. Con la mormorazione arriva anche il distacco da Dio. Gli israeliti si dimenticano anche che era stato proprio il Signore a liberarli: se la prendono con Mosè, si lamentano con il Signore, e perfino arrivano all’apostasia”.

Non commettiamo l’errore del popolo d’Israele: Dio non ha mai abbandonato nessuno al suo destino. Siamo tutti suoi figli e, Lui, ha cura e pietà del suo popolo.

ROSALIA GIGLIANO

Dall’omelia in Santa Marta – 9/4/2019

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Rosalia Gigliano

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Rosalia Gigliano

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