Nell’udienza di ieri mattina, il ricordo.
Suor Ines è stata uccisa proprio ieri in Africa.
Un ricordo commosso quello che, ieri all’udienza generale in piazza S.Pietro, papa Francesco ha rivolto a suor Ines, barbaramente uccisa in centro Africa: “Voglio ricordare con voi oggi suor Ines Sancho, una suora di 77 anni, educatrice uccisa barbaramente in Africa proprio nel locale dove insegnava, alle ragazze povere del posto, a cucire”.
Papa Francesco ha pregato per lei e per tutte le ragazze che, da lei, desideravano continuare ad apprendere un mestiere e cultura per migliorare la loro vita: “Una donna in più che dà la vita per Gesù al servizio dei poveri”.
Suor Ines era una suora di 77 anni, trovata morta in un villaggio di Nola, in Africa, proprio nel posto dove insegnava alle sue ragazze. Apparteneva alla piccola comunità locale delle Figlie di Gesù e da anni era impegnata in questa zona del centro Africa, al confine con il Camerun. Nonostante la sua età avanzata, aveva comunque voluto restare lì fra la sua gente: voleva continuare la missione fino a che le sue forze gliel’avrebbero concesso.
L’educazione delle ragazze era al centro della sua missione. Ma perchè ucciderla? A chi dava fastidio? Come racconta l’Osservatore Romano, oltre ad essere stata uccisa, il suo corpo è stato anche mutilato. Al momento nessun gruppo armato ha rivendicato l’omicidio o l’azione. La polizia locale pensa che l’omicidio sia legato al traffico di organi.
Secondo le prime indagini, la suora sarebbe stata prelevata, nella notte fra domenica e lunedi, da alcuni sconosciuti e condotta nell’aula dove lei stessa impartiva lezioni alle ragazze del posto e qui sarebbe stata decapitata.
Da 23 anni in missione in Africa, suor Ines aveva un obiettivo: insegnare alle sue ragazze un mestiere, l’arte e la tecnica del cucito. Tutto questo per farle sentire donne degne, capace di vestirsi da sole, di provvedere al proprio fabbisogno e a quello dei propri bambini.
Accanto al ricordo di suor Ines, papa Francesco ha anche rivolto un messaggio a tutti coloro che, fra la giornata di ieri e quella di oggi, celebrano la “Giornata Nazionale della Legalità”: “L’indifferenza distrugge le relazioni, il disprezzo e il cinismo verbale provano la nostra vita. Guardate a Gesù come segno e simbolo di speranza, a voi giovani mi rivolgo: abbiate il cuore libero, aperto e percorrete sempre le strade dell’accoglienza e della legalità. Tutto ciò rende il nostro e il vostro paese una bella e vivibile casa comune”.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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