Ieri sera ha avuto inizio il triduo pasquale, il momento principale dell’anno liturgico della Chiesa Romana in cui si celebrano gli eventi del Mistero pasquale di Gesù Cristo. I misteri riguardano sicuramente la Passione, la morte e la Resurrezione di Cristo, ma anche l’istituzione dell’eucarestia, quella del sacerdozio e del comandamento dell’amore fraterno. Come da tradizione anche quest’anno il Triduo pasquale si è aperto con la Messa in ‘Coena Domini‘ nella cappella del carcere di Regina Coeli, durante la quale il papa ha effettuato la lavanda ai piedi a 12 detenuti in ricordo della lavanda effettuata da Gesù Cristo ai dodici apostoli.
Il classico gesto d’umiltà che Gesù rivolse ai propri discepoli è stato ripetuto in questa occasione in un contesto multi razziale e multi confessionale, i detenuti scelti infatti erano provenienti da paesi diversi e appartenenti a differenti confessioni religiose: 4 gli italiani, 2 i filippini e i marocchini, 1 moldavo, 1 colombiano, 1 nigeriano ed 1 della Sierra Leone. Tra questi c’erano due fedeli musulmani ed un buddista.
Concluso l’evento d’apertura del triduo pasquale, il Santo Padre procederà con le tappe liturgiche che si concluderanno con la Messa conclusiva. Mercoledì durante l’Udienza Generale da piazza San Pietro, Papa Francesco aveva ricordato l’importanza della festa a tutti i fedeli esordendo con queste parole: “Qual è la festa più importante della nostra fede? Io fino a 15 anni credevo fosse il Natale. Invece la Pasqua è la festa più importante, perché è la festa dell’amore di Dio per noi”.
In poche parole il pontefice ricorda tutti il motivo di questa festa e la sua importanza, quindi si rivolge ai fedeli e gli dice: “Tutti i cristiani sono chiamati a vivere i tre Giorni santi come, per così dire, la matrice della loro vita personale e comunitaria, come l’esodo dall’Egitto lo è per i nostri fratelli ebrei. Questi tre Giorni ripropongono al popolo cristiano i grandi eventi della salvezza operati da Cristo, e così lo proiettano nell’orizzonte del suo destino futuro e lo rafforzano nel suo impegno di testimonianza nella storia”.
Luca Scapatello
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