Tutti in Piazza San Pietro per l’udienza di Papa Francesco: oggi sono più di 12mila i fedeli accorsi da ogni parte del mondo per incontrarlo.
Il valore del ministero del Diaconato e la “zizzania” al centro della Lectio che Papa Francesco ha riservato ai fedeli oggi.
Tantissimi, come ogni mercoledì, i fedeli che hanno affollato Piazza San Pietro a Roma per l’udienza di Papa Francesco. Secondo le stime, sono più di 12mila i fedeli: fra di essi, anche un gruppo di cattolici cinesi, provenienti da Macau.
Oggi, al centro della Lectio del Santo Padre, i Diaconi ed il loro ministero: “Sapete cosa distrugge ogni comunità cristiana e non solo? La zizzania, il mormorare. E come è possibile che queste cose siano presenti in un ambiente come la Chiesa? Come si possono armonizzare con la vita di un cristiano?”.
Papa Francesco incentra il suo discorso sulla figura di Santo Stefano, il primo martire della Chiesa, e continua anche la sua catechesi sul libro degli Atti degli Apostoli: “La mormorazione c’è sempre stata sin dall’inizio della Chiesa. La prima comunità cristiana accoglieva non solo i Giudei, ma tutti coloro che volevano abbracciare il vangelo di Gesù. Questo mix di persone ha determinato equilibri fragili e precari. E cosa fecero gli Apostoli? Avviarono un processo di discernimento, affinchè si potesse meditare sul problema e trovarne le relative soluzioni. Da qui, la necessità di suddividere i compiti all’interno della comunità”.
“Gli Apostoli erano sempre più convinti che al primo posto dovesse esserci la preghiera e, fra le principali figure istituite, vi erano i Diaconi. Il Diacono, nella Chiesa non è un sacerdote in seconda. I Diaconi devono servire Dio. Il Diacono non è per l’altare, ma per il servizio della Chiesa. Quando a un diacono piace andare sempre all’altare, sbaglia: questa non è la sua strada. Se c’è armonia fra il suo servizio alla Parola e quello alla carità, allora è un Diacono che ha pienamente compreso il suo ministero” – ha detto Papa Francesco.
Papa Francesco, introducendo la figura del Diacono, ha posto la sua attenzione su Santo Stefano: “Lui è stato il primo ad abbandonare la sua vita nelle mani di Dio e a chiedere il perdono per chi offende Dio. Ma pensiamo che, al tempo d’oggi, la Chiesa ha più martiri dei suoi inizi. Preghiamo i Santi Martiri: essi, non sono santini, ma sono uomini e donne in carne ed ossa che hanno donato la loro vita per Cristo” – ha continuato il Santo Padre.
In ultimo, Papa Francesco rivolge proprio una preghiera ai Santi Martiri: “Preghiamoli, affinchè impariamo a vivere una vita piena dell’amore di Cristo, come hanno fatto loro”.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: agensir.it
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